di Roberto Zadik
Un museo per la Brigata Ebraica
La Brigata Ebraica, il corpo di combattenti dell’esercito inglese composto da 5000 ebrei provenienti dalla Palestina Mandataria, che nel 1945 contribuì alla liberazione dal nazifascismo dell’Italia, avrà a Milano il suo Museo, nella sinagoga Beth Shlomo di corso Lodi, per iniziativa di Adi, Associazione Amici di Israele. Sarà così ricordata la storia di una formazione che ebbe il merito di sfondare la linea Gotica, nell’Italia centrale, si distinse in mitici combattimenti in Romagna, nella battaglia sul fiume Senio, anche all’arma bianca, e lasciò sul suolo italiano numerosi martiri che oggi riposano nel cimitero di guerra alleato di Piangipane presso Ravenna.
Operativi in Italia solo nel 1945 i volontari della Brigata combatterono strenuamente negli ultimi mesi del Conflitto, inseriti nei corpi militari inglesi, grazie al compromesso del Primo Presidente di Israele Chaim Weitzman che riuscì a mediare col Governo di Sua Maestà, per inviare quelle truppe in Europa e nella Penisola, nonostante essa venisse considerata meta politicamente meno importante rispetto all’Urss o alla Francia. Weitzmann si dimostrò molto abile in questa missione tanto ardua quanto indispensabile, e grazie ai suoi sforzi nacque la “Jewish Infantry Brigade” che diventerà la Brigata. Infatti non fu affatto facile negoziare con gli inglesi, dato che tenevano sotto il loro dominio la Palestina Mandataria e osteggiarono duramente sia quanti volevano fuggire dai massacri nazisti né vollero che i membri della Brigata fossero particolarmente attivi o conosciuti alle masse.Solo nel novembre 1944, i 5.200 membri dell’armata comandata dall’ebreo canadese Ernst Frank Benjamin riuscirono a sbarcare al porto di Taranto e a cominciare la loro missione italiana. Lì furono costretti a recarsi a Fiuggi, assieme ad altri commilitoni e solamente dal marzo 1945 poterono organizzare e mettere a punto la loro azione militare. Entrando da Rimini, colpita da massicci bombardamenti, i militari tentarono prima di liberare la città di Imola e poi dirigersi verso Forlì dove sfidarono coraggiosamente i tedeschi della Wermacht e il 25 marzo entrarono a Faenza affiancati da altre compagnie ebraiche, sotto bandiera inglese, come i Rasc (Royal Ausiliary Service Corps). Furono combattimenti estremamente aspri e poco noti ancora oggi, che durarono quasi due mesi e in cui morirono 51 persone sepolte nei cimiteri Alleati, soprattutto a Piangipane ma anche in altri luoghi, da Milano a Ancona, da Padova a Bologna.