di Roberto Zadik
Diversità, pregiudizi, emarginazione sono argomenti sempre attuali. Quest’anno al Festival Mix – rassegna del cinema gay-lesbico giunta alla sua venticinquesima edizione e in corso da domani, 25 maggio, fino a martedì, al Teatro Strehler di Milano – c’è anche un film realizzato dal regista ebreo francese Jean Jacques Zilbermann. La pellicola s’intitola “La folle storia di Simon Eskenazy”ed è in programma domenica sera alle 20.45. Il film sviluppa una trama decisamente particolare: al centro della narrazione ci sono argomenti delicati come l’omosessualità e le differenze religiose, ma vengono trattati da Zilbermann con raffinata ironia. Il protagonista è un clarinettista ebreo, Simon Eshkenazy, che tiene concerti e che, nonostante una madre nevrotica e apprensiva – la classica e stereotipata yiddish-mame – riesce a condurre una vita tutto sommato tranquilla. Simon però ad un certo punto si innamora, ed oggetto della sua passione è il cameriere musulmano, Naïm – un transessuale che lo trascinerà in una folle passione. Situazioni grottesche, come il momento in cui Naïm si presenta alla madre di Simon come fosse una vera donna facendosi ospitare nella loro casa nel quartiere di Chateau Rouge. Equivoci e una sceneggiatura brillante sostengono una pellicola all’insegna della provocazione ma garbata, realizzata da un cineasta, nato nel 1955, e autore di numerose sceneggiature che da sempre affronta temi forti. Questo film è il seguito del lungometraggio “L’uomo è una donna come le altre” diretto pochi anni fa da Zilbermann. Al centro della trama c’è sempre Simon che la sua famiglia vuole come marito di Rosalie,una brava ragazza con cui i genitori, soprattutto la madre, Bella. I due si sposeranno ma la coppia non resisterà a lungo, dopo che Rosie scoprirà le scappatelle del marito bisessuale.