Ridondante, eccessiva, scontata, retorica, inutile. Da più parti, dopo la pubblicazione del libro-scandalo di Elena Loewenthal “Contro il Giorno della Memoria”, si levano voci tese a mettere in discussione l’annuale celebrazione, voluta dallo Stato italiano con una legge del 2000, promotore l’onorevole Furio Colombo.
Ma d’altra parte, chi vede in questa Giornata una irripetibile e sacrosanta occasione per riflettere sul Male del Novecento, soprattutto nelle scuole, dove altrimenti sarebbe difficile parlare di Shoah – i programmi ministeriali sono talmente ampli che la Seconda guerra mondiale si affronta solo negli ultimi mesi dell’ultimo anno scolastico – ha buoni argomenti dalla sua.
Vogliamo dare due esempi concreti dell’importanza che la Scuola può avere nella trasmissione della Memoria.
Due scuole italiane, una di Valdagno (VI), l’altra di Lovere (BG), hanno voluto condividere con Mosaico i risultati della loro scelta, raccontandoci come abbiano affrontato il tema Shoah. Modi così originali e coinvolgenti che difficilmente i ragazzi che hanno potuto partecipare a questi progetti dimenticheranno la tragedia degli ebrei e delle altre vittime del nazifascismo.
Molecole d’autore in cerca di memoria
Per il Giorno della Memoria di quest’anno all’ITI “V. E. Marzotto” di Valdagno (VI) è stata allestita da quindici alunni, con la guida di tre docenti, la rappresentazione del testo “Molecole d’autore in cerca di memoria” del prof. Luigi Dei, docente di Chimica all’Università di Firenze, che ha voluto gentilmente essere presente allo spettacolo e ha poi conversato con gli studenti in sala.
Il testo è ispirato a due racconti della raccolta di Primo Levi Il sistema periodico. L’aspetto più interessante dal punto di vista educativo è che l’autore in questo dramma riesce ad unire l’impegno civile di chi sente la necessità di ricordare la Shoah di fronte all’indifferenza e all’ignoranza che sembrano imperversare anche nel presente (Levi diceva che “dopo Auschwitz non è più lecito essere inermi”), alla passione scientifica del chimico, che vuol dire “abitudine a penetrare la materia, desiderio costante di non fermarsi alla superficie delle cose” (ancora parole di Levi).
In un tempo come il nostro in cui tutto si semplifica e si confonde, per cui alla fine non si riesce più a capire, ma soprattutto non si riesce più a scegliere con raziocinio e consapevolezza, gioverebbe coltivare l’atteggiamento del chimico che “riconosce le differenze per prevederne gli effetti”. Anche il mestiere dello scrittore è costituito in gran parte da questa abitudine a “separare, pesare e distinguere” e dall’ostinata pazienza di provare e riprovare, pur sapendo che, come diceva sempre Levi, “è un’impresa senza speranza rivestire un uomo di parole, farlo rivivere in una pagina scritta”.
Allo stesso modo Primo Levi sapeva che non è possibile comprendere l’orrore della Shoah, ma che proprio per questo non si deve mai dimenticarlo.
I due racconti a cui il testo si richiama sono Cerio, che rievoca i molteplici e spesso disperati tentativi dell’autore e del suo amico Alberto Dalla Volta di sopravvivere nel campo utilizzando le proprie competenze di chimici, e Carbonio, in cui Levi ricorda che attraverso la catena del carbonio forse qualche molecola di Alberto, che non tornò mai dal lager, è anche dentro di noi. Certo possiamo pensare che tale caso sia idealmente possibile, e questo ci carica di emozione, come è però possibile che in noi ci sia qualche molecola dei carnefici di Auschwitz, e il pensiero ci riempie di orrore, ma più probabilmente conserviamo molecole degli altri, degli indifferenti, di quella “zona grigia” di cui Levi spesso parlò, e questo dubbio ci carica di un’enorme responsabilità.
Lo spettacolo è stato costruito mettendo assieme vari elementi: la lettura drammatica del lavoro di Luigi Dei, alcune azioni sceniche per sottolineare qualche momento del testo, brani musicali per violino e piano di Shostakovich, Mozart, Ravel, Händel e Bloch, e un video, nel quale immagini dei campi di sterminio sono mescolate ad altre, in particolare di arte cinetica con lavori di artisti come Michal Rovner, Crispin, Wurtzel e Westerhof.
Un lavoro complesso quindi, ma anche per questo un’esperienza veramente interessante per alunni e docenti, oltre che un modo coinvolgente per ricordare la Shoah.
Le docenti responsabili: M. Maddalena Albanese, Laura Filotto, Alessandra Sperotto
Progetto: digitalizzare la memoria della Shaoh
Il Liceo Linguistico C. Battisti di Lovere, in provincia di Bergamo, ha prodotto invece un vero e proprio ebook; il volume è stato in concorso al MIUR per il bando “I giovani ricordano la Shoah” e ha superato la selezione regionale della Lombardia.
In quasi 300 pagine, i ragazzi, guidati dalla docente Ester Saletta, hanno raccolto documenti, immagini, file multimediali.
“Questo nostro progetto, – scrivono i ragazzi – si inserisce all’interno di un discorso progettuale a più largo spettro, dalle dimensione straordinarie, che nasce il 27.11.2011 allorché il Museo dell’Olocausto Israeliano, lo Yad-vaShem, supportato dalla filiale israeliana di Google, decide di digitalizzare tutto il materiale fotografico e documentario riguardante le atrocità del genocidio nazista. Impresa colossale quella dello Yad-vaShem e di Google, ma di fondamentale importanza alla luce del fatto che, grazie a questa digitalizzazione, milioni di persone sparse in tutto il mondo avranno la possibilità di accedere direttamente in rete a fonti storiche altamente qualificate che consentono quindi una testimonianza continua, ininterrotta, del fatto storico in tutte le sue dimensioni: storiche, narrative, fotografiche, geografiche, religiose.
Anche questo nostro progetto ha voluto seguire la nuova modalità commemorativa iniziata nel 2011 dalle istituzioni israeliane e propone pertanto una “Giornata delle Memoria” all’insegna del ricordo digitalizzato, ossia della raccolta, catalogazione e pubblicazione online di fonti in rete, dal formato differenziato, che integra e alterna testi scritti, ad immagini e video. Si tratta di un collage multimediale che punta al potenziamento delle competenze globali del sapere interdisciplinare alla luce della valorizzazione di principi etici altamenti tradizionali, come la salvaguardia della democrazia, la lotta ai totalitarismi, la difesa dei diritti umani e la tutela della diversità in ogni sua forma ed espressione.
Il prodotto E-Book che presentiamo qui di seguito consta di due sezioni parallele, costitutive la tematica in oggetto: la Shoah”.
Ecco il risultato del lavoro di questi ragazzi: