di Nathan Greppi
Quella di Ettore Modigliani, direttore della Pinacoteca di Brera nella prima metà del ‘900, e della sua allieva Fernanda Wittgens è una storia molto toccante che però non tutti conoscono. Per tramandarne la memoria il fumettista Paolo Bacilieri ha recentemente pubblicato la graphic novel Ettore e Fernanda. Un’avventura Braidense.
La storia inizia alla fine degli anni ’20: la Wittgens è una giovane brillante che viene assunta sotto la guida di Modigliani, all’epoca direttore della Pinacoteca che nel 1930 diventa famoso per aver portato a una grande mostra a Londra oltre 900 opere d’arte da tutta Italia con un piroscafo, che rischiò di affondare nell’Atlantico a causa di una tempesta. Purtroppo, anche a causa delle sue origini ebraiche la sua carriera si interrompe prima con la sua opposizione agli ordini dei gerarchi fascisti e poi con l’avvento delle Leggi Razziali, tanto che durante la guerra sarà costretto a nascondersi sulle colline abruzzesi.
Nel frattempo, la Wittgens diventa il nuovo direttore della Pinacoteca di cui riuscirà a salvare le opere dai bombardamenti, ma finì in prigione per aver aiutato delle famiglie ebree a espatriare con passaporti falsi. Per quest’ultimo gesto, solo nel 2014 le verrà dedicato un albero nel Giardino dei Giusti di Milano. Finita la guerra, i due riescono a ritrovarsi e a far rinascere la Pinacoteca distrutta dai bombardamenti.
Nel corso dell’opera vi è una ricostruzione storica molto accurata, che attraverso il disegno ritrae con eleganza la Milano di quegli anni, prima e dopo che venne martoriata dalla guerra. Ma ad emergere è anche il lato umano della storia, quello di due persone le cui vite furono travolte da una delle più grandi tragedie della storia umana. Fa pensare, ad esempio, la tavola in cui Modigliani afferma di non essersi mai soffermato sulla sua “condizione” di ebreo, poiché come molti ebrei italiani si sentiva integrato nella società prima delle Leggi Razziali.
L’autore: “Fra Ettore e Fernanda non fu solo una storia d’amore”
L’idea dell’opera “nasce da un altro fumetto,” spiega a Mosaico Bacilieri: “Un anno fa ho fatto un fumetto su Brera per la mia casa editrice, Coconino Press, come parte di un’iniziativa del Ministero dei Beni Culturali, dove 22 fumettisti fecero ciascuno un fumetto breve su un museo italiano. A Brera ho conosciuto il direttore, James Bradburne, che aveva una storia nel cassetto da raccontare attraverso qualcosa di più ampio di un fumetto breve. Quando mi ha raccontato la scena dell’Oceano Atlantico, ho deciso che quella era una storia che si poteva raccontare a fumetti. La tempesta è una sorta di rappresentazione simbolica di tutte le tempeste che i due protagonisti hanno affrontato nel corso delle loro vite.”
“Un’altra cosa bella che ha fatto Bradburne,” aggiunge Bacilieri, “è stata fornirmi molta documentazione anche visiva, oltre a lasciarmi piena autonomia nel lavoro. Quando scrivo e disegno non c’è un prima e un dopo, le due operazioni proseguono di pari passo, e in questo modo ho potuto anche conoscere meglio Ettore e Fernanda e appassionarmi alla loro storia. Su di lei avevo più elementi, mentre lui era un personaggio più sconosciuto. Il loro è un rapporto del tipo “Hannibal Lecter/Clarice Starling”, la loro non è una storia d’amore quanto di un rapporto tra maestro e allieva.”
Paolo Bacilieri, Ettore e Fernanda. Un’avventura Braidense, Coconino Press, pp. 72, 19,00 euro.