I direttori degli scavi che hanno portato alla luce parti del Primo tempio a Gerusalemme

Gerusalemme, ritrovate parti di mura del Primo Tempio

Personaggi e Storie

di Ilaria Ester Ramazzotti
“L’intera forza caldea [babilonese] che era con il capo della guardia abbatté le mura di Gerusalemme da ogni parte” (2 Re 25:10). Così recita il versetto del Libro dei Re riferendosi alla distruzione del Tempio di Gerusalemme del 586 a.C., rievocato ogni anno il 9 di Av. In apparente contraddizione con il testo biblico, i continui scavi nel Parco Nazionale della Città di David a Gerusalemme hanno messo in luce una parte mai scoperta del muro del periodo del Primo Tempio, che risulterebbe così violato ma non completamente raso al suolo.

La notizia è stata data questa settimana dall’Autorità per le antichità d’Israele. Grazie a questa scoperta gli archeologi potrebbero essere in grado di ricostruire il perimetro del muro che circondava l’antica capitale del Regno di Giuda alla vigilia della sua distruzione. E, alla luce della scoperta di queste parti di mura, collegate a due sezioni già precedentemente scavate e documentate, si potrebbe dedurre l’intero muro orientale non fosse stato completamente abbattuto dai conquistatori babilonesi. La sezione orientale delle mura recentemente ritrovata dagli scavi si collega in particolare con altre due adiacenti parti di muro già conosciute, rispettivamente rinvenute negli anni ’60 dall’archeologa britannica Kathleen Kenyon e negli anni ’70 dall’archeologo Yigal Shiloh.

Come spiegano al Times of Israel i co-direttori dello scavo Filip Vukosavović, Joe Uziel e Ortal Chalaf, dell’Autorità per le antichità d’Israele, “le mura della città protessero Gerusalemme da una serie di attacchi durante il regno dei re di Giuda, fino all’arrivo dei babilonesi che riuscirono a sfondarlo e a conquistare la città. I resti delle rovine sono visibili negli scavi archeologici. Tuttavia, non tutto fu distrutto e parti delle mura, che resistettero e protessero la città per decenni e più, rimangono in piedi ancora ad oggi”.

“Il muro di fortificazione è stato costruito alla fine dell’VIII secolo o all’inizio Joe del VII a.C.”, ha detto sempre al Times of Israel del 14 luglio scorso Joe Uziel. Non è ancora chiaro se le fortificazioni furono costruite prima del precedente assedio degli Assiri nel 701 a.C. o più tardi. Ma il nuovo ritrovamento dà una risposta alla discussione in corso tra archeologi: le parti murarie già note e documentate furono effettivamente utilizzate come fortificazioni o erano muri di supporto? Alcuni studiosi sostenevano che queste parti non fossero state delle fortificazioni anche perché la narrativa biblica riferisce che le mura di fortificazione furono totalmente distrutte. Ma ora, vista la “sezione che collega quasi fisicamente le due [sezioni già precedentemente note], è chiaro che c’è un muro che corre per centinaia di metri” e visto il contesto architettonico, “ha solo senso [dire] che era una fortificazione che circondava la città – ha affermato Uziel -. Abbiamo quasi chiuso la discussione, anche se gli archeologi amano discutere”.

Non tutti gli studiosi ritengono comunque che il testo biblico debba essere letto letteralmente, deducendo che tutte le mura crollarono in seguito all’attacco dei babilonesi. Joshua Berman dell’Università Bar-Ilan ha detto al Times of Israel che la stragrande maggioranza delle traduzioni inglesi interpreta il versetto alla maniera della New Revised Standard Version: “Tutto l’esercito dei caldei che erano con il capo delle guardie hanno abbattuto le mura intorno a Gerusalemme” (2 Re 25:10). “Il versetto ci dice che i babilonesi non si limitarono a penetrare le mura della città. Volevano porre fine alla ribellione di Giuda e quindi abbatterono le mura intorno alla città per assicurarsi che non potessero essere facilmente ricostruite. I babilonesi non avevano necessità di abbattere le mura a 360 gradi per raggiungere quell’obiettivo”, ha aggiunto Berman.

(Foto: Yaniv Berman/ Israel Antiquities Authority)