Giovanna Camerino, scienziata e donna straordinaria

Personaggi e Storie

di Ugo Targetti

In ricordo di GIOVANNA CAMERINO

Il 26 marzo scorso è mancata Giovanna Camerino, genetista nota in tutto il mondo scientifico per aver dato un contributo fondamentale alla genetica della determinazione del sesso.
Era nata a Milano nel 1952, secondogenita di Bruno Camerino e Dora Coen. I genitori dopo la guerra e il rimpatrio dalla Svizzera, si erano trasferiti da Venezia, città d’origine, a Milano, per ragioni di lavoro. Il padre Bruno, direttore scientifico della ricerca di Farmitalia influì sicuramente sulla formazione della mentalità scientifica di Giovanna.

Laureata in biologia all’Università di Pavia con una tesi in genetica dei vegetali, si era poi indirizzata alla genetica umana e aveva lavorato con importanti gruppi di ricerca in Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti. A Pavia dirigeva un gruppo di ricerca presso il Dipartimento di Genetica della Facoltà di Medicina dove, nominata professore ordinario a quarantadue anni, insegnava biologia.

All’inizio degli anni ’80 Giovanna cominciò i suoi studi sul cromosoma X (presente in due copie nelle donne e in una sola copia nei maschi che hanno un altro cromosoma, detto Y, necessario alla determinazione del sesso maschile) che portarono all’identificazione di geni il cui malfunzionamento determina malattie mentali (X fragile).
All’inizio degli anni ‘90 , quando non si conosceva le sequenza del DNA umano e si avevano nozioni molte scarse della sua organizzazione, Giovanna cominciò ad interessarsi ad una casistica molto particolare di pazienti che presentavano alterazioni dei cromosomi X e Y e caratteri sessuali non compatibili con l’apparente corredo cromosomico. Fu cosi che in quegli anni vennero identificati a Oxford il gene SRY che determina il sesso maschile e nel laboratorio di Giovanna a Pavia il gene DAX necessario alla determinazione del sesso femminile.

Questi due studi sono stati fondamentali per tutte le ricerche sulle alterazioni dello sviluppo dei caratteri sessuali causate da interruzioni o mutazioni in geni che determinano lo sviluppo di ovaie o testicoli. Mutazioni di questi tipo sono rare ma molto dolorose e spesso associate ad altre patologie. Dopo il grande successo della ricerca su DAX, Giovanna identificò un altro gene, l’ RSPO1, in una famiglia in cui era presente un’ inversione del sesso non legata al cromosoma X o Y. (*)

Sono diverse migliaia le citazioni dei lavori di Giovanna Camerino negli articoli scientifici, anche recenti, a riprova del carattere fondamentale dei suoi studi.
I risultati delle sue ricerche avevano avuto risonanza anche al di fuori del mondo scientifico, nella stampa nazionale e internazionale: tra il 1994 e il 1995 uscirono articoli sul New York Times, il Times, Le Monde e Libération e molti articoli sulla stampa nazionale. Anche il Bollettino della Comunità pubblicò nel numero di aprile del 1995 a cura di Paolo Salom un articolo sui risultati delle sue ricerche. (articolo Giovanna Bollettino 1995)

Giovanna si riteneva una buona scienziata ma non una brava docente. Non era vero, ma Giovanna non si accontentava facilmente, pretendeva molto anche da se stessa.
Riporto al proposito il ricordo di Alessandra Albertini, amica e collega.“(…) Giovanna è stata una grande scienziata, di eccezionale intelligenza applicata al metodo scientifico con un rigore raro. Il suo valore le ha fatto ottenere risultati importanti che mi hanno sempre portata a citarla nelle mie lezioni, con l’orgoglio di chi si era formato con lei. Ho avuto spesso occasione di seguire alcuni dei suoi studenti nella discussione della tesi ed ho apprezzato le sue qualità di maestra. È stata una persone unica e rimarrà per me tra le persone indimenticabili per quanto mi hanno arricchito umanamente e culturalmente. … È sempre difficile incontrare un successo immediato se tu, come lei faceva, stimoli il ragionamento e la riflessione invece di accondiscendere alla richiesta di facilitazioni o scorciatoie. Sono certa però che i suoi ex studenti che la ricordano per questo suo metodo sono molti più di quanto non si pensi!”

Nel 2010 Giovanna viene colpita da un tumore; poco tempo dopo lascia la ricerca scientifica perché la malattia non lascia le energie necessarie al duro lavoro di scienziata e si dedica con il rigore e la capacità della ricercatrice alla ricostruzione della storia della famiglia attraverso le vicende del popolo ebraico, dal XIX secolo fino all’ultima guerra e alle persecuzioni razziali. Collabora on line dal Brasile con Mario Franco, cugino di Dora (i Franco si erano trasferiti in Brasile a seguito delle leggi razziali del ’38) che stava conducendo ricerche sulla famiglia. Giovanna ricordava come un grande divertimento gli scambi con Mario, di aneddoti e ricordi di famiglia, di informazioni reperite su internet, negli archivi o in altri documenti, e annotava con partecipazione i ricordi drammatici dei parenti costretti all’esilio e alla fuga.

Nel 2019 Giovanna dà alle stampe la prima parte del suo lavoro che riguarda le famiglie dalla parte della nonna materna Labi e Raffael. Il lavoro è stato consegnato al CDEC. Giovanna aveva iniziato a raccogliere materiale anche sulle famiglie Coen e Musatti, dalla parte del nonno materno Silvio Coen e sulla famiglia Camerino. Alla fine le sono mancate le forze per dare forma compiuta all’ultima parte del suo lavoro.

Giovanna oltre che scienziata di grande valore era una donna straordinaria per intelligenza, rigore morale, generosità e forza d’animo e per il fascino che promanava da tali qualità. Ha resistito per più di quattordici anni, senza lamentarsi, all’aggressione della malattia che sembrava sconfitta ma che è ritornata ancor più accanita.
Oggi Giovanna riposa nel Cimitero Ebraico del Lido di Venezia vicino ai suoi genitori.

Giovanna Camerino lascia in eredità al mondo le sue scoperte scientifiche. Alla Comunità la testimonianza della sua adesione laica ma sentita alle vicende del popolo ebraico. Alla famiglia un punto di riferimento morale e un lavoro di ricerca che ne rafforzerà la coesione, tramandandone la storia alle nuove generazioni.
A me lascia cinquantacinque bellissimi anni di vita accanto ad una donna straordinaria. Un mondo spezzato, un vuoto dolorosamente incolmabile.

 

(*) Ringrazio l’amica e collega di Giovanna, Daniela Toniolo che ha curato la sintesi delle scoperte scientifiche di Giovanna.