Azienda vinicola ritrovata

Grande azienda vinicola di epoca bizantina scoperta a Yavne

di Ilaria Ester Ramazzotti
Con la sua sofisticata struttura forse produceva fino a due milioni di litri di vino all’anno. L’immensa azienda vinicola, risalente a 1.500 anni fa, mostra infatti i resti del più grande impianto di produzione di vino del periodo bizantino mai trovato dagli archeologi. È stato scoperta e portata alla luce a Yavne, in Israele, nel corso di lavori a infrastrutture urbane. Lo ha annunciato lo scorso 11 ottobre l’Autorità Israeliana per le Antichità.

Comprendeva cinque imponenti torchi per il vino, dei grandi piani di calpestio per la pigiatura l’uva, due enormi tini ottagonali, alcuni magazzini e delle fornaci per produrre gli orci e le anfore utilizzati per la conservazione della prelibata bevanda. Sono stati inoltre scoperti i frammenti di migliaia di contenitori per conservare, invecchiare ed esportare il vino. Non ultimi, sono stati trovati i resti di un altro torchio risalente a circa 2.300 anni fa, al periodo persiano. Un’ulteriore testimonianza della lunga tradizione vinicola della città di Yavne, dove si produceva un rinomato vino bianco e leggero. 

Come spiega l’archeologo Jon Seligman, co-direttore degli scavi con Elie Haddad e Liat Nadav-Ziv, in quell’epoca Yanve era una città “abbastanza importante da essere inserita nelle mappe del periodo insieme a Gerusalemme. Era una città cristiana, con tre grandi chiese e un vescovo. Ma sappiamo anche che c’erano abitanti ebrei e samaritani che vivevano lì, in quel periodo. Si trovava in quella che era una strada principale, chiamata strada del mare, che andava da nord a sud e alla confluenza con il fiume Sorek.” Gli esperti avevano già rinvenuto un’antica area produttiva risalente all’antica Yavne.