Si dice che Hitler fosse un intenditore di musica classica, e
probabilmente è vero, considerando che tra i dischi della collezione
ritrovata nella Cancelleria del III Reich, accanto ai più alti
rappresentanti della musica tedesca come Wagner o Brahms, figurano
musicisti russi, slavi e addirittura ebrei, sebbene il leader nazista
avesse spesso negato l’esistenza di una loro produzione artistica.
Ritrovata da Lew Besymenski, ebreo e ufficiale dell’Armata Rossa
incaricato di eseguire un’inventario nel bunker e nella
cancelleria di Hitler, l’eteronegea collezione di dischi, tutti
recanti il timbro “Quartier Generale del Fuehrer”, comprende
un’ampia varietà di virtuosismo classico: dall'”Olandese
Volante” di Wagner, alle opere di Tchaikovsky, Rachmaninov e
Borodin, ai grandi autori di origine ebraica come Mendelssohn e
Offenbach, ed ai brani interpretati da musicisti che il nazismo aveva
costretto all’esilio, come il violinista ebreo polacco Bronislaw
Huberman, dichiarato “nemico del III Reich”, e il pianista
ebreo austriaco Arthur Schnabel, emigrato negli Stati Uniti.
Nemmeno Lew Besymenski, morto recentemente all’età di 86 anni, che
da allora aveva conservata la raccolta di dischi, ha mai potuto
scoprire la ragione della presenza, nella cancelleria di Hitler, di
quelle opere che egli stesso, durante la guerra, cercò con ogni mezza
di distruggere.