di Michael Soncin
«Da quando ho iniziato la mia ricerca sul Kindertransport dieci anni fa, mi è stato ripetuto più volte che le liste dei bambini che viaggiavano verso la Gran Bretagna e l’Olanda non esistevano». A dirlo è la dottoressa Amy Williams, che non si è rassegnata e ha invece trovato quelle liste: «Queste liste consentiranno a migliaia di persone di ricostruire le loro identità familiari e di capire di più sulla vita dei loro nonni e bisnonni prima che l’orrore si scatenasse».
Infatti, come ha spiegato la ricercatrice, molti di loro sono ancora vivi oggi, ma essendo all’epoca così giovani, non hanno memoria dei loro viaggi. L’aspetto emozionante, riportato da Jewish News, è che per la prima volta potranno venire a conoscenza di come sono fuggiti dalle persecuzioni antiebraiche mentre stavano iniziando una nuova vita nel Regno Unito.
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In quei registri i nomi di 9000 bambini
I nomi dei bambini, gli indirizzi di casa, le date di nascita, i nomi dei genitori e degli accompagnatori, i numeri del Kindertransport e le date di partenza: ci sono quasi tutti i nomi dei 9000 ebrei del Kindertransport, in fuga dai nazisti tra il tra il dicembre 1938 e agosto 1939. Sono questi i sorprendenti dettagli contenuti nei registri, ritrovati in Israele, che erano stati utilizzati dagli ufficiali di frontiera in Olanda. Quaderni che hanno consentito, ai bambini ebrei di attraversare in treno i Paesi Bassi per andare nel Regno Unito sul Kindertransport.
Si presume che i registri siano stati creati dal Dutch Jewish Children Committee per garantire la sicurezza del tragitto per i bambini provenienti da Germania, Cecoslovacchia, Polonia, Austria e Italia.
Al lavoro per renderli disponibili al pubblico
Amy Williams, è ora al lavoro con il professore emerito Bill Niven per ricostruire i fatti e rendere gli elenchi disponibili per la pubblica consultazione tramite enti come la World Jewish Relief, permettendo così ai sopravvissuti e alle famiglie di conoscere il proprio passato.
Inoltre, Williams sta lavorando anche su altre fonti. Il suo obiettivo sarebbe di rendere disponibili i registri che ha scoperto negli archivi del Leo Baeck Institute di New York, dove ci sono i nomi di un centinaio di bambini che hanno lasciato la Polonia, da Danzica, per il Kindertransport: purtroppo, quello che è già noto è che alcuni di questi bambini non sono mai riusciti a mettersi in salvo. Mentre presso la Biblioteca Nazionale d’Israele, ha da poco cominciato a consultare gli elenchi di diverse nazioni tra cui: Austria, Gran Bretagna, Francia, Belgio e Australia.
Le parole di una sopravvissuta: “È solo l’inizio”
«Sento ancora le ripercussioni nel vedere i miei dati sulla lista di Kindertransport. La mia prima reazione è stata una sensazione di autenticazione: è successo davvero, ero davvero lì», ha detto Hanna Zack Miley, 92 anni, una delle sopravvissute del Kindertransport, che oggi vive in Arizona. «La scoperta delle liste ha già portato a una riunione video con due dei figli di Doris Aronowitz. Il suo nome era accanto al mio sulla lista. Penso che sia solo l’inizio».
Come ha affermato il professor Niven, ci troviamo davanti ad una scoperta storica di notevole importanza. Molti ebrei potranno avere risposta alle domande di una vita intera per la prima volta. «Potrebbe essere possibile per le persone risalire a dove vivevano, quanti bambini erano sul loro treno e i nomi dei bambini accanto ai quali sedevano».