Far rinascere una lingua antica e data ormai per morta è un’operazione su cui gli ebrei di Israele possono dire e insegnare qualcosa. Non a caso alcuni rappresentanti della popolazione sami della Norvegia – quelli che tutti noi conosciamo meglio come lapponi – hanno deciso di rivolgersi all’Università ebraica di Gerusalemme per capire come e cosa fare per rivivificare la loro antica lingua.
La delegazione seguirà seminari e workshop dai quali trarrà idee e metodi per far sì che il sami, minacciato dal diffondersi del norvegese e dell’inglese, torni ad essere vivo e parlato quotidianamente fra i giovani.
La popolazione sami – che vive in una regione compresa per metà in Norvegia, e per il resto nei confini di Svezia, Finlandia e Russia – ed è una delle più antiche popolazioni indigene europee ma solo negli ultimi anni ha ritrovato consapevolezza di sè come minoranza etnica e culturale. La conservazione, e anzi la rinascita della lingua sami è diventata per questa popolazione di circa 100.000 persone, una questione prioritaria al punto che il governo norvegese ha deciso di appoggiare la missione di studio in Israele.
L’esperienza israeliana, la rinascita e il ritorno all’uso quotidiano di una lingua antica e data per morta come l’ebraico, costituiscono evidentemente un modello e un esempio da seguire anche per una popolazione lontana e agli antipodi come appunto i lapponi.