di Roberto Zadik
Una delle star più affascinanti ed enigmatiche del Novecento è sicuramente “Il menestrello di Duluth” Robert Allen Zimmerman noto internazionalmente come Bob Dylan. Un nome decisamente americano e per nulla ebraico, per una identità ebraica estremamente sentita ma non esibita e a tratti contraddittoria. Robert è nato il 24 maggio 1941 in un piccolo paesino del Minnesota chiamato Duluth da famiglia ebraica lituana-ucraina. I suoi nonni, come ha sottolineato un interessante articolo del Times of Israel, erano scampati ai pogrom, prima di fuggire, come tanti ebrei dell’ex Urss fra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, in America e trovare la loro “Terra promessa” dove rifarsi una vita.
Ma come mai il celebre cantautore, autore di inni poetici come Like a rolling stone e Just like a woman cambiò il suo nome? Come accadde a diversi divi ebrei americani, la causa fu l’antisemitismo che oscurava le coscienze già agli inizi della lunga carriera di Dylan. A svelarlo l’intervista, citata dal Times of Israel, rilasciata il 22 maggio 1971, a due giorni dal suo 30esimo compleanno, a Tony Glover. Molto riservato, sornione e “allergico” alle interviste, quella volta il cantautore scherzando rispose “la mia carriera non avrebbe mai funzionato se mi fossi chiamato Bob Levy, o Bob Neuwirth, Bob Doughnut”. Più seriamente, Dylan è tornato sul tema, come ha sottolineato l’articolo: “molta gente pensa che gli ebrei non siano altro che dei commercianti e degli usurai e questo perché erano le uniche strade possibili per loro”.
Purtroppo l’intervista, che era stata realizzata per un articolo firmato da Glover, che ai tempi collaborava con la celebre rivista Esquire, non è mai stata pubblicata e il prezioso documento verrà venduto dai famigliari di Glover dopo la sua morte. Fra i dettagli emersi, la canzone Lady lady lay sarebbe stata scritta dal cantautore per la sua collega e correligionaria Barbra Streisand.
Riguardo al suo cognome, nell’intervista Dylan ha raccontato di aver cominciato a usare lo pseudonimo già all’inizio della sua carriera, quando studiava all’università del Minnesota e si esibiva nei locali folk per pochi dollari. Dopo essersi stabilito a New York, nel quartiere creativo del Greenwich Village, conobbe la cantante Joan Baez con cui ebbe una lunga storia sentimentale e artistica e che lo invitò a suonare nei suoi concerti. In quegli anni si pensava che il nome Bob Dylan alludesse al poeta gallese Dylan Thomas che egli apprezzava molto. Ma esso deriva invece dalla passione del cantautore per i giochi di parole. Deformando il nome dello zio Dillon ne derivò Dylan e questo divenne il suo nome ufficiale che fece registrare alla Corte Suprema americana nel 1962.
A 79 anni, questa leggenda musicale, nonché premio Nobel per la Letteratura, è sempre attiva; a giugno è uscito il suo ultimo album Rough and Rowdy Ways e quest’anno avrebbe dovuto esibirsi in una serie di concerti in Giappone e poi in un tour in America, ma tutto è stato annullato purtroppo, per l’attuale situazione pandemica.