di Marina Gersony
Il volto scolpito di Elie Wiesel avrà una sua collocazione nella Washington National Cathedral.
La notizia è stata diffusa da un comunicato il 27 aprile scorso: “La Washington National Cathedral annuncia oggi di aver aggiunto una scultura in pietra del sopravvissuto all’Olocausto e Premio Nobel Elie Wiesel sul portico per i diritti umani, onorando l’eredità di Wiesel come difensore dei diritti umani per tutta la vita dedito alla lotta all’indifferenza e all’intolleranza”.
Sopravvissuto ai campi di Auschwitz e Buchenwald, Wiesel ha raccontato la sua storia a milioni di persone attraverso il suo romanzo autobiografico La Notte, portando gli orrori dell’Olocausto al centro dell’attenzione per il mondo. La scultura è stata eseguita sul posto dall’intagliatore di pietre della cattedrale, Sean Callahan, ed è stato concepito con il coinvolgimento della famiglia Wiesel.
L’annuncio dell’inclusione di Wiesel nel portico dei diritti umani della cattedrale arriva durante un periodo di crescente antisemitismo negli Stati Uniti e in tutto il mondo. La presenza della somiglianza di Wiesel accanto ad altri importanti difensori dei diritti umani provenienti da molteplici tradizioni di fede – si legge nel comunicato –, sottolinea l’impegno della Cattedrale a opporsi all’odio, al fanatismo e all’antisemitismo.
Potrebbe (o no) essere il primo ebreo a ottenere l’onore»: ha titolato a sua volta il Forward commentando così la notizia: un riconoscimento importante che tuttavia non sembra essere il primo a essere conferito a un ebreo illustre secondo quanto affermato dal decano della cattedrale, il Reverendo Randy Hollerith: «Direi che è il primo ebreo del XX secolo», ha precisato il religioso a un giornalista che gli ha chiesto come Wiesel sia diventato il primo ebreo a guadagnarsi una rappresentazione scolpita nella cattedrale. Di fatto sono presenti diverse immagini di profeti ebrei sulle vetrate colorate, tra cui Noè, Joab, Isaia e Geremia risalenti ai secoli passati.
La scultura di Wiesel si affianca a quelli di altri personaggi noti immortalati sul portico dei diritti umani, tra i quali Madre Teresa, Rosa Parks, Eleanor Roosevelt e Óscar Arnulfo Romero y Galdámez, l’Arcivescovo cattolico salvadoregno assassinato nel 1980 mentre diceva la messa; persone che hanno intrapreso azioni significative e profonde e che con il loro operato hanno lottato per la giustizia sociale, i diritti civili e il benessere di altri esseri umani.
Dopo aver sottolineato che la cattedrale non è solo un santuario cristiano, bensì anche un tributo a coloro che hanno inciso con il loro operato sulla coscienza collettiva americana, il Reverendo -, come riporta ancora il Forward -, ha evidenziato che «per noi l’importanza è che ogni volta che le persone entrano nella Cattedrale non vedano solo i riflessi nell’iconografia della fede cristiana, bensì anche di coloro che sono stati esempi nel nostro Paese nel corso del XX Secolo».
Hollerith ha inoltre affermato che il contesto cristiano è la chiave per comprendere l’importanza di Wiesel: «Francamente per me averlo in questa cattedrale è anche un promemoria per tutti coloro che attraversano quelle porte della realtà dell’Olocausto e di ciò che è accaduto, e che non deve mai essere dimenticato. E penso che sia doppiamente importante ricordarlo in un contesto cristiano».
La Washington National Cathedral, sesta cattedrale più vasta al mondo e la seconda chiesa più grande degli USA, non a caso si definisce la House of prayer for all people «where America comes together to be transformed and inspired»: essa appartiene alla diocesi episcopale di Washington, ma si impegna nella sua missione di essere «uno spazio sacro in cui il Paese si riunisce nei momenti di rilevanza nazionale» per essere aperto a tutte le confessioni cristiane e a tutte le fedi.
La cattedrale ha iniziato a consultarsi con la famiglia Wiesel nel 2017, circa un anno dopo la sua morte. Sono state esaminate diverse foto del Nobel per realizzare la scultura di pietra. La vedova Wiesel, Marion, ha affermato che il busto è un mezzo per continuare gli insegnamenti del marito: «La sua presenza nella National Cathedral non solo commemora la sua vita e onora il suo impegno per i diritti umani. Le nuove generazioni impareranno dai suoi insegnamenti e porteranno avanti le lezioni della sua vita nel futuro».
Wiesel è nato in Romania nel 1928 e nel 1944 la sua famiglia è stata deportata dai nazisti nei campi di Auschwitz e Buchenwald, dove suo padre, sua madre e sua sorella sono stati uccisi. Dopo la liberazione dei campi, come noto Wiesel ha iniziato una prolifica carriera come scrittore, realizzando numerosi libri, tra i quali ha narrato e sue esperienze durante l’Olocausto. È stato professore alla Boston University, che ha creato in suo onore l’Elie Wiesel Center for Jewish Studies. È stato presidente fondatore dell’Holocaust Memorial Museum degli Stati Uniti a Washington DC e ha vinto numerosi premi nel corso della sua vita, tra cui il Premio Nobel per la Pace, la Medaglia presidenziale della libertà e la Medaglia d’Oro del Congresso. Wiesel è morto nel 2016 per cause naturali.
La dedica formale della scultura avverrà nell’autunno del 2021.