I divieti per gli ebrei previsti dalle leggi razziali del 1938

Le 187 norme con cui l’Italia annullò le vite dei suoi cittadini ebrei

Personaggi e Storie

di Liliana Picciotto*

Dallo sport, alla scuola, al lavoro… La legislazione antiebraica colpì gli ebrei in ambito pubblico e privato, trasformandoli in paria, grazie alla collaborazione consapevole di molti italiani.
La storica Liliana Picciotto rievoca qui quell’ignobile lista di divieti

Qualche giorno fa, scartabellando negli archivi del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) per ritrovare documenti utili ad una mostra, con Michele Sarfatti e la responsabile dell’archivio Laura Brazzo abbiamo ritrovato questa lettera dall’apparenza anodina, normale, perfino noiosa e, invece, sconvolgente.
Riguarda l’espulsione dal circolo Canottieri Roma dell’avvocato Goffredo Roccas il 10 dicembre 1938. Eccone il testo: “Allo Statuto Sociale è stata apportata la seguente modifica: ‘Condizione indispensabile per poter essere Soci del Circolo è l’appartenenza alla razza ariana.’ In conseguenza della quale norma, da oggi Vi [V maiuscola!] consideriamo non più facente parte del nostro Circolo. Il Vice Presidente (firma illeggibile)”.

Queste quattro righe vogliono dire molte cose, proviamo a immaginarcele: il 17 novembre 1938 è uscito il decreto-legge n.1728 contenente “i provvedimenti per la difesa della razza italiana” (non Leggi razziali come si usa dire oggi, sbagliando), nei giorni successivi, il Presidente del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) telefona al Presidente della Federazione sportiva nazionale Canottaggio dicendogli di comportarsi di conseguenza nei confronti dei cittadini ebrei iscritti a quella Federazione (fa una telefonata o gli manda un messaggio scritto, non ci è dato saperlo).

Una scena de Il giardino dei Finzi Contini

Lo stesso avviso manda a tutte le altre Federazioni italiane: quella del Nuoto, della Pallacanestro, della Pallavolo, del Tennis eccetera. Il Presidente del Circolo Canottieri Roma, che magari è anche amico personale dell’avvocato Roccas, non sa che cosa fare, tira su il telefono e si consulta con i consiglieri, ricevutone il parere, si prende la briga di cercare un notaio e, insieme a questi, discutere a lungo su come correggere lo Statuto Sociale del Circolo Canottieri Roma. Risultato: il vice presidente manda la lettera di cui sopra al sicuramente allibito avvocato Roccas che, nel frattempo, ha già ricevuto dal Preside della scuola dei figli la lettera di espulsione e molte altre lettere simili riceverà nel giro di pochi mesi.
Queste quattro righe ricevute dall’avvocato Roccas vogliono dire che un presidente si è preso la briga di far cambiare lo statuto del suo Circolo impiegando tempo ed energie, un notaio ha prestato la sua professione e ha emesso una nota di addebito per aver operato in questo senso, che una quantità di persone era al corrente della cosa e abbozzava, che l’avvocato Roccas cominciava a essere circondato da un sottile filo di diffidenza che si è trasformato a poco a poco in una rete di rigetto sociale. Che questo, apparentemente, banale incidente si sarà presto aggiunto alla sua espulsione dall’ordine degli avvocati spingendo di fatto la sua esistenza in una condizione di “paria” che durerà cinque anni, con la carriera stroncata e il vuoto collettivo attorno a lui.

Tra il settembre del 1938 e il luglio del 1943 lo Stato fascista emanò contro i cittadini ebrei almeno 171 norme, tra leggi, decreti-legge, decreti legislativi o circolari amministrative: 29 leggi vere e proprie, 1 circolare emanata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, 26 circolari emanate dal Gabinetto del Ministero dell’Interno; 35 circolari emanate dal Ministero dell’Interno, Direzione Generale per la Demografia e la Razza; 14 dal Ministero dell’Interno, Direzione Generale della Pubblica Sicurezza; 2 dal Ministero dell’Interno, Direzione dell’Amministrazione Civile; 9 dal Ministero delle Corporazioni; 19 dal Ministero dell’Educazione Nazionale; 3 dal Ministero della Cultura Popolare; 3 dal Ministero delle Finanze; 21 emanate da amministrazione non identificata; 9 norme che colpivano indirettamente gli ebrei perché prescrivevano la previa e obbligatoria iscrizione al Partito Nazionale Fascista come condizione per accedere a certe occupazioni.
E, alle norme sopradette, si devono aggiungere i provvedimenti emanati durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945: 7 leggi e 9 circolari che portarono il totale delle norme antiebraiche tra il 1938 al 1945 ad almeno 187.

La legislazione antiebraica colpì gli ebrei nella loro attività lavorativa pubblica e privata, nelle loro relazioni sociali, nella loro capacità giuridica, nel diritto all’istruzione, nel loro diritto alla proprietà privata, nel loro diritto a partecipare alla difesa della Nazione e, in parte, anche alla loro libertà personale con il lavoro coatto che fu presentato come sostitutivo al servizio militare (ma che non gli corrispondeva né quanto a età dei coscritti, né quanto al genere, essendovi sottoposte anche le donne ebree). Il fascismo realizzò la loro completa epurazione dai diversi campi dell’attività sociale e politica, nell’economia, nella cultura, nell’istruzione, nello svago, nelle funzioni o cariche pubbliche, e un incredibile reticolo di burocrazia vessatoria li circondò.

Gli uffici legislativi delle amministrazioni dello Stato furono sovraccaricati di lavoro teso a regolarne la persecuzione che fu realizzata non solo attraverso decreti-legge e leggi veri e propri, cioè a norme di livello primario, ma anche e soprattutto ordinanze e circolari provenienti dagli organi esecutivi dello Stato fascista, il Ministero dell’Interno in primis.

Sono centinaia. Ne elenco solo qualcuna tra le più astruse provenienti dalla Direzione Generale della Pubblica Sicurezza trasmesse ai Prefetti del Regno, come campionario della minuzia con cui la materia fu trattata:
– 1938.12.17: Revoca agli ebrei di brevetto di pilota.
– 1938.12.19: Divieto agli ebrei di concessione o rinnovo licenza porto armi.
– 1939.2.29: Divieto agli ebrei di rinnovo e rilascio licenze per esercizio caffè, bar, spacci vino ed alcolici.
– 1939.3.1: Divieto agli ebrei di rinnovo licenza per guida turistica, interprete e corriere.
– 1939.5.27: Divieto agli ebrei di rilascio e rinnovo licenze per collocatore di pubblicazioni (commercio di libri).
– 1939.7.14: Divieto agli ebrei di attività nelle agenzie di viaggio e turismo,
– 1939.10.19: Divieto agli ebrei di essere direttori di giornale.
– 1939.12.5: Divieto agli ebrei di rilascio licenze per confezionare e vendere uniformi militari.
– 1940.7.30: Divieto agli ebrei di esercizio di commercio ambulante.
– 1940.9.13: Divieto agli ebrei di commercio oggetti antichi e d’arte.
– 1940.9.23: Divieto agli ebrei di rilascio licenze per esercizio arte fotografica.
– 1940.11.22: Divieto ai guidatori di taxi ebrei circ. 1811/24.
– 1941.1.27: Divieto agli ebrei di rilascio e ritiro licenza per scuole di ballo.
– 1941.1.15: Divieto agli ebrei di far parte di sodalizi aventi per scopo la protezione degli animali.
– 1941.2.16: Sequestro agli ebrei degli apparecchi radio.
– 1941.4.2: Divieto agli ebrei di commercio di libri usati.
– 1941.4.15: Sospensione a persone di razza ebraica del rilascio di nuove licenze di polizia per esercizi commerciali.
– 1941.5.4: Divieto di rinnovo licenza per ebrei e ariane coniugate con ebrei per esporre e vendere negli alberghi oggetti in pelle (guanti, borsette et altri similari).
– 1941.9.5: Divieto agli ebrei di qualsiasi attività di tipografia.
– 1943.3.9: Divieto agli ebrei di partecipazione e di accesso ai locali adibiti alle vendite all’asta.

Ciò che accadde è che in pochi mesi e per parecchi anni si ebbe in Italia uno stravolgimento del senso della legge che, invece di tutelare i propri cittadini, fu impegnata a produrre soprusi e a perseguitare sulla base di principi antiebraici e di inesistenti principi razzisti.

*Storica della Fondazione Centro di Documentazione ebraica contemporanea di Milano