Batman

Le radici ebraiche del mito di Batman

Personaggi e Storie

di Nathan Greppi
Lo abbiamo visto al cinema come nei cartoni animati, nei fumetti come nei videogiochi, sotto innumerevoli varianti, l’ultima delle quali lo vede impersonato da Robert Pattinson nel film uscito in Italia il 3 marzo. Ma Batman non è solo uno dei supereroi di maggior successo della storia; alla base della creazione del supereroe vi sono anche forti legami con il mondo ebraico, a cominciare dal fatto che i suoi creatori, i fumettisti Bob Kane e Bill Finger, erano ebrei.

Come ricorda un approfondimento della rivista Forward, il debutto di Batman avvenne nel maggio 1939 sul numero 27# della rivista di fumetti Detective Comics (legata fin dal nome alla casa editrice DC Comics). Kane e Finger (il secondo ha anche co-creato il personaggio di Lanterna Verde) lo idearono sulla scia del successo riscosso da Superman, che aveva esordito solo l’anno prima per lo stesso editore.

La leggenda vuole che Kane e Finger abbiano ideato e realizzato il personaggio in un solo fine settimana. Kane si sarebbe ispirato all’ornitottero, un prototipo di macchina volante dotata di ali vagamente simili a quelle di un pipistrello, ideato da Leonardo Da Vinci verso la fine del ‘400. Il costume originale doveva essere rosso, ma fu Finger a immaginarlo nero e grigio, con il simbolo del pipistrello sul petto. Sempre Finger ideò la figura di Bruce Wayne, l’alter ego di Batman nella vita di tutti i giorni. Alla radice dell’idea di un eroe con un’identità segreta, che all’epoca aveva tra i suoi maggiori rappresentanti anche Zorro, vi era la serie di romanzi della Primula Rossa, iniziata nel 1905 e scritta dalla baronessa inglese Emma Orczy.

I creatori

Finger e Kane erano entrambi nati in famiglie ashkenazite, ed erano cresciuti nella zona sud del Bronx, all’epoca abitata in gran parte da ebrei. Entrambi frequentarono il liceo DeWitt Clinton nel Bronx, che tra i suoi ex-studenti annovera altri fumettisti ebrei di successo quali Will Eisner, Irwin Hasen e Stan Lee. Inoltre, anche gli allora editori della DC, Harry Donenfeld e Jack Leibowitz, erano ebrei newyorkesi.

Purtroppo, i rapporti tra i due creatori sono stati tutt’altro che equi: come spiegava lo scrittore Arie Kaplan nel suo libro del 2008 From Krakow to Krypton: Jews and Comic Books, Kane ottenne la piena proprietà intellettuale del personaggio di Batman, cosa molto rara all’epoca, fingendo di essere minorenne all’epoca della pubblicazione e costringendo la DC a negoziare per evitare problemi. A Finger, al contrario, non è mai stata riconosciuta la paternità del lavoro svolto se non decenni dopo la sua morte. Così, sebbene avesse contribuito a creare non solo Batman, ma anche l’ambientazione di Gotham City e i classici personaggi quali Joker, il Commissario Gordon e Catwoman, gli furono negati fama e onore. Kane divenne ricco e famoso, mentre Finger morì povero e alcolizzato nel 1974, all’età di 60 anni.

I riconoscimenti ai meriti di Finger arrivarono tardi: a seguito di forti pressioni da parte degli addetti ai lavori, a partire dall’ottobre 2015 tutte le opere su Batman vengono accreditate come di un “personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger”. Mentre nel dicembre 2017 gli venne intitolata una via nel Bronx.

Almeno in apparenza, Kane non sembrava molto legato alle sue radici, pur essendo cresciuto in un ambiente ebraico: come ha spiegato il fumettista Danny Fingeroth nel suo saggio del 2007 Disguised as Clark Kent: Jews, Comics, and the Creation of the Superhero, l’autore non ha mai menzionato il suo essere ebreo nella sua autobiografia, Batman and me, ad eccezione di quando accenna ad un pasto in casa in cui si preparava un piatto a base di matzot. L’ipotesi più accreditata è che, avendo vissuto in un’epoca in cui gli ebrei venivano spesso emarginati dall’alta società WASP (White Anglo-Saxon Protestant), egli nascondesse le sue origini per integrarsi meglio.

Altre figure

A parte i suoi creatori, altri ebrei hanno lavorato nel corso dei decenni alle storie sul celebre supereroe: come Jerry Robinson, co-creatore di Robin e Joker; Julius Schwartz, curatore della serie a fumetti dal 1964 al 1978; Paul Levitz, che oltre ad essere stato il successore di Schwartz fu anche presidente della DC dal 2002 al 2009; e Jenette Kahn, che prima di Levitz fu a capo della casa editrice dal 1976 al 2002.

Non è solo nell’editoria dei fumetti che molti ebrei hanno dato il loro contributo per rendere famoso il personaggio: nel 1979, Michael Uslan acquistò i diritti per produrre un film sull’uomo-pipistrello, che uscì nel 1989 e lo vide interpretato da Michael Keaton. Da allora, Uslan è stato produttore esecutivo di tutti i film su Batman usciti in seguito, compreso il The Batman di quest’anno. Altri casi includono il regista Joel Schumacher e lo sceneggiatore Akiva Goldsman, autori dei film Batman Forever (1995) e Batman & Robin (1997). Mentre la trilogia del Cavaliere Oscuro, uscita tra il 2005 e il 2012, è stata co-sceneggiata da David Goyer.

Per quanto riguarda invece gli attori di origini ebraiche, vanno ricordati in particolare: David Mazouz, che dal 2014 al 2019 ha interpretato Bruce Wayne nella serie televisiva Gotham; Joaquin Phoenix, protagonista del film Joker del 2019; e Zoë Kravitz, che nella pellicola con Pattinson interpreta Catwoman.

Il Golem di Gotham

Tematiche ebraiche e politiche

Durante la Seconda Guerra Mondiale, molti personaggi dei fumetti e dei cartoni animati vennero utilizzati per fare propaganda a favore dell’esercito americano. Batman non fece eccezione tanto che, nel 14# numero della serie a lui dedicata, lo si vede combattere una rete di spie naziste. Mentre sulla copertina del numero 18# lo si vede far esplodere un enorme candelotto di dinamite scagliato contro Hitler, Mussolini e l’Imperatore giapponese Hirohito.

Tra il 1988 e il 1989, in una storia uscita nei numeri dal 426# al 429#, Joker vende una testata nucleare a terroristi libanesi che vogliono usarla per spazzare via Tel Aviv. Dopo che Batman ha sventato il suo piano, il noto criminale viene nominato dall’Ayatollah Khomeini ambasciatore iraniano all’ONU, dove Joker cercherà di uccidere tutti salvo venire fermato ancora una volta.

Mettendo da parte la politica, un racconto a fumetti degno di nota è Il Golem di Gotham, uscito in due puntate nel 1991; la storia è ambientata a East Hamilton, quartiere ebraico di Gotham minacciato da suprematisti bianchi. Per proteggere il quartiere, un ebreo ortodosso sopravvissuto alla Shoah crea e dà vita ad un golem, ma quando questo va fuori controllo occorre fermarlo. Un riferimento biblico avviene invece nel 1992, quando nella storia Batman Returns si dice che un suo storico nemico, il Pinguino, da neonato è stato messo in un cesto e abbandonato sul fiume perché troppo brutto. Per vendetta, il criminale pianifica di uccidere tutti i primogeniti di Gotham.

Controversie

Nonostante tutti questi precedenti, ci sono stati alcuni casi di storie di Batman accusate di promuovere cliché antisemiti: all’uscita nel 1992 del film Batman – Il Ritorno, diretto da Tim Burton, il New York Times insinuò che il modo in cui Danny DeVito interpretava il Pinguino, con il naso adunco, richiamasse certe caricature dell’affarista ebreo. Ma in tale occasione, anche l’ADL definì “insensate” tali polemiche.

La polemica sul personaggio riemerse in merito ad una serie animata su Harley Quinn, storicamente l’amante di Joker, iniziata nel 2019: nonostante più di metà degli sceneggiatori siano ebrei, in un episodio viene detto chiaramente che il Pinguino è ebreo, e richiamava l’immagine di quello attaccato ai soldi. In risposta ad un commentatore che fece notare la cosa su Reddit uno degli autori, Justin Halpern, rispose: “Ti dirò, per me e gli altri sceneggiatori, gran parte dell’essere ebrei e avere a che fare con l’antisemitismo significa essere capaci di farci autoironia, perché in qualche modo ci fa sentire come se togliessimo potere dalle mani di coloro che odiano davvero gli ebrei.”