L’epopea orientale di Mish-Mish Effendi

Personaggi e Storie

di Aldo Baquis, da Tel Aviv

Cinema: torna il “parente egiziano” di Mickey Mouse. Riscoperta l’opera pionieristica di tre fratelli ebrei al Cairo

Negli anni Trenta Mickey Mouse, il gatto Felix e l’avvenente Betty Boop avevano, forse a loro insaputa, dei parenti al Cairo. Il principale era Mish-Mish Effendi. Come loro, sullo schermo si muoveva in modo dinoccolato, ma si distingueva dai colleghi americani per il fez incollato in testa e per l’ambiente chiaramente orientale che lo circondava. Dimenticati ormai da molti decenni, quei pionieristici film di animazione sono stati recuperati di recente e riproposti in un documentario (Bukra fil Mish-Mish di Tal Michael) trasmesso ora dalla televisione israeliana.
Quei “cartoons” erano stati prodotti in un appartamento del Cairo – con grande creatività, ma con mezzi di fortuna – dai fratelli Hershel, David e Shlomo Frenkel. Nel 1905, per sfuggire alle persecuzioni antisemite, il padre Bezalel aveva lasciato la Bielorussia e si era rifugiato nella Palestina, allora ottomana. Nel 1914 fu però espulso dalle autorità turche. In Egitto i Frenkel trovarono infine una società cosmopolita e accogliente.

Là i tre fratelli ebbero i primi contatti con i film di animazione statunitensi. Anche loro, ne erano certi, avevano stoffa da vendere. Invece i produttori locali erano inclini allo scetticismo. Quando chiesero finanziamenti, la risposta fu “Bukra fil mish-mish”. Letteralmente: “domani, con le albicocche”. In parole povere: “ve lo potete sognare”.
Così nacque Mish-Mish Effendi, che esordì con un primo episodio nel 1936 in un grande cinema del Cairo. Il successo fu immediato. I Frenkel fecero anche pubblicità e un filmato per il ministero della guerra. Ma alla fine degli anni Quaranta dovettero trasferirsi in Francia perché in Egitto si era creato un clima politico avverso agli ebrei. «Là – racconta la regista Tal Michael – continuarono per tutta la vita a disegnare in una mansarda e a produrre filmati, che pochi però avrebbero visto». Fra questi Mimiche, versione francese di Mish-Mish, e il Sogno del bel Danubio Blu. In Francia, i Frenkel non seppero inserirsi nell’industria del cinema locale.
Ormai prossimo alla morte l’ultimo dei fratelli chiese che il loro lavoro, accatastato in una cantina, fosse distrutto. Invece il figlio di Shlomo lo fece restaurare. Così recuperati, i loro personaggi hanno adesso ripreso vita: lasciando però un senso di rimpianto per quelle notevoli capacità espressive rimaste incomprese e prigioniere in una casa di campagna alle porte di Parigi.