Lo sapevate che? Cioccolato di Bayonne, dalla Spagna ebraica alla Francia

Personaggi e Storie

di Ilaria Myr

In Italia forse non è così conosciuto come lo è in Francia, ma sicuramente il cioccolato di Bayonne – città nella zona dei Pirenei atlantici – è una delle prelibatezze, nonché orgoglio culinario, prodotte dai nostri vicini di casa d’Oltralpe, tanto da fare meritare alla città il titolo di “capitale del cioccolato francese”. Chi però sa che furono gli ebrei cacciati dalla Spagna e il Portogallo a portare la produzione del cioccolato nel sud-ovest della Francia, alzi la mano!

Espulsi dalla Spagna dall’Inquisizione nel 1492 e dal Portogallo quattro anni dopo sotto la pressione dei Re Cattolici, alcuni ebrei sbarcarono a Bordeaux, ma furono costretti a partire. Peccato per Bordeaux, perché tra coloro che andarono a stabilirsi a Bayonne, alcuni avevano rapporti con Amsterdam e si dedicavano al commercio di spezie e fave di cacao dal Nuovo Mondo appena scoperto… Inoltre, portavano con sé un segreto che contribuì alla ricchezza di questa città: la lavorazione del cioccolato. Caracca del Venezuela o marignon del Brasile, zucchero, cannella e vaniglia, oppure pepe e chiodi di garofano, un buon cioccolato richiede buoni prodotti, finezza e manualità, e gli ebrei espulsi lo sapevano lavorare.

Con il tempo, però, con il pretesto di preservare la “purezza” della città di Bayonne, gli ebrei “portoghesi” furono sottoposti a vari divieti e relegati sull’altra sponda dell’Adour dove svolgevano il commercio all’ingrosso. Ma nelle cucine dei borghesi e presso i droghieri di Bayonne, si preparava il cioccolato su ordinazione, bevanda deliziosa ed elegante offerta in particolare durante la visita di illustri ospiti, preparata dagli ebrei o dai cioccolatieri francesi a cui gli ebrei insegnavano volentieri la propria arte.

Eppure, si arrivò a vietare loro il commercio del cioccolato con pretesti falsi e infami. I francesi accusarono gli ebrei di “aver l’abitudine di falsificare ciò che vendono” e affermarono falsamente che la produzione di cioccolato era loro vietata “da tempo immemorabile”, così come la vendita al dettaglio.
Molti ebrei si trasferirono quindi nelle Fiandre, dove si sviluppò un’altra grande produzione di cioccolato, che diventerà quello belga.
Ma questa è un’altra storia…