Mario Canessa, Grand’Ufficiale della Repubblica italiana, ha ricevuto dallo Yad Vashem di Gerusalemme il riconoscimento di Giusto delle Nazioni.
Nacque a Volterra il 20 novembre 1917. Appartenente ad una numerosa famiglia di otto figli, ha fatto carriera nellambito della polizia: dal grado più basso di semplice agente di Pubblica Sicurezza negli anni 1943-1945 ai gradi più alti di Questore a Cagliari e a Firenze e di alto dirigente al Ministero dellInterno.
Durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana e delloccupazione tedesca si adoperò per prestare aiuto ad ebrei perseguitati in tre distinti casi.
A Volterra (Pisa), città natale, indicò al dottor Emerico Lukcas, medico dentista, la casa di una famiglia amica come possibile luogo di rifugio; il dottore si salvò grazie a questa indicazione, mentre la sorella Oretta Canessa riuscì a salvaguardare il suo gabinetto dentistico, che egli ritrovò intatto dopo la guerra.
Nellautunno del 1943, Canessa abitava a Tirano in provincia di Sondrio e faceva parte della Polizia di Frontiera, come agente di Pubblica Sicurezza. Il 10 dicembre 1943, condusse attraverso il valico di Sasso del Gallo, assieme al brigadiere Giovanni Marrani, Ciro De Benedetti, ragazzo ebreo di 11 anni. Lo consegnarono a Amarca, capoguardia svizzero a Campocologno e riportarono indietro un biglietto, firmato dal ragazzo, che consegnarono ai genitori Mario e Theresia Herz. Essi erano stati arrestati e rinchiusi nel carcere di Sondrio in attesa di deportazione.
La nonna fu invece affidata a due contrabbandieri e portata a spalle su una gerla fino alla frontiera italo-svizzera. Nonna e nipote si salvarono.
Ciro De Benedetti abita oggi a Milano.
Nellautunno del 1943, Canessa ospitò nella sua casa di Tirano, in attesa di trovare il momento buono per lespatrio, Flora Lustz e la figlia Nomi Gallia. Le aveva conosciute già prima del settembre del 1943 perché gli furono presentate da un funzionario dellUfficio stranieri della Questura di Milano.
Il padre di Nomi era un ebreo ungherese molto in vista a Milano, era stato consigliere dellammiraglio Horthy e proprietario della banca Gallia che aveva sede nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Gallia aveva perso la cittadinanza ungherese ed era emigrato in Svizzera già da tempo. Quella volta passò in Svizzera solo Nomi, che accompagnò lo stesso Canessa alla frontiera. La madre tornò invece a Milano.