di Michael Soncin
Che cosa ne sarà della memoria del genocidio degli ebrei durante il nazifascismo, quando tutti i testimoni saranno scomparsi? Liliana Segre ha più volte detto che col passare del tempo, della Shoah resterà soltanto una riga nei libri di storia e poi neanche quella. Dubbi che anche Primo Levi aveva già nel 1955, appena dieci anni dal termine della Seconda Guerra Mondiale.
Un articolo che fa riflettere
E proprio dalla riflessione, del grande scrittore torinese, che ha avuto origine la conferenza Anniversari. Da una riflessione di Primo Levi. La memoria ieri e oggi, presso il CDEC – Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea a Milano, giovedì 30 gennaio.
Dopo l’introduzione a cura di Gadi Luzzatto Voghera, direttore del CDEC, a prendere la parola è stata la vicedirettrice Laura Brazzo. L’articolo dal titolo Deportati – Anniversario pubblicato nel 1955 da Primo Levi coincideva con il decimo anniversario della Resistenza. «Abbiamo scelto il titolo “Anniversari” perché quest’anno si addensa una pluralità di ricorrenze: 80 anni dalla fine della guerra, i 20 anni dall’istituzione del giorno della memoria, i 100 anni de La Rassegna Mensile di Israel e i 70 anni dalla fondazione del CDEC», ha spiegato Brazzo.
E proprio sul CDEC ha detto: “Un piccolissimo istituto nato dal basso. Leggendo le prime corrispondenze si direbbe che nessuno avrebbe scommesso su questo centro; invece, oggi festeggiamo la sua crescita e i cambiamenti che ne seguiranno”. Infatti, come ha sottolineato la studiosa, già dieci anni dopo la Liberazione, Levi ancora prima della Segre, faceva notare che l’argomento dei campi di sterminio, si avviava già verso la completa dimenticanza. C’era un silenzio attorno all’argomento, che non veniva solo dai fascisti (come si sarebbe invece aspettato), ma dalla gente comune e dal mondo della cultura. «A dieci anni dalla liberazione dei Lager, è triste e significativo dover constatare che, almeno in Italia l’argomento dei campi di sterminio, lungi dall’essere diventato storia, si avvia alla più completa dimenticanza», scriveva Primo Levi.
La gente ha dimenticato la lezione della Shoah
Liliana Picciotto, storica della Shoah, una delle colonne del CDEC, ha condiviso una riflessione sul concetto di memoria. “Qualcuno dice che senza memoria l’uomo non può vivere, che l’essere umano è la somma dei suoi ricordi personali. Io penso, al contrario, che l’uomo possa sopravvivere benissimo senza memoria. Le dimostrazioni a cui abbiamo assistito nelle piazze durante dell’ultimo anno lo dimostrano ampiamente. La gente ha semplicemente dimenticato la lezione della Shoah; non solo, ha anche accettato che una parola grande e terribile come genocidio venisse svuotata dal suo significato e fosse rovesciata nel senso”.
Inoltre, ha ribadito che “fare memoria non è una responsabilità di ognuno di noi, è un cammino che deve appoggiarsi saldamente sul racconto storico ottenuto con lo studio e la ricerca. Ogni insegnante che fa leggere la storia di Anna Frank dovrebbe situare questo racconto nella storia della comunità ebraica di Amsterdam, nelle modalità dell’occupazione tedesca in Olanda, nello scoprire quanti sono stati gli arrestati. La testimonianza di per sé non è mai sufficiente, perché deve ancorarsi allo studio, alla ricerca, ad ore passate per trovare un documento in un archivio, per interpretarlo, per metterlo in relazione con decine di altri documenti”.
Tra storia e memoria
Infine, sempre traendo spunto dallo scritto di Primo Levi, lo storico David Bidussa ha affermato che oggi uno dei rischi che corriamo riguarda il rapporto tra storia e memoria. “Primo Levi nel suo testo non ha in mente il 27 gennaio, per lui in questo scritto non è una data, ma lo è il 25 aprile”. Bidussa ha detto che la memoria non è solamente quanto uno ricorda o vuole ricordare, ma anche quanto una scena del passato viene ripresentata, in riferimento alle domande che vengono fatte nel presente, in collegamento al polo documentale, all’insieme delle fonti tenute in considerazione.
«Dei Lager, oggi, è indelicato parlare. Si rischia di essere accusati di vittimismo, o di amore gratuito per il macabro, nella migliore delle ipotesi; nella peggiore, di mendacio puro e semplice, o magari di oltraggio al pudore», scriveva Primo Levi.
Per leggere lo scritto di Primo Levi clicca qui
Nella foto in alto da sinistra: Liliana Picciotto, Gadi Luzzatto Voghera, Laura Brazzo, David Bidussa. @Michael Soncin