«Parlando yiddish ai polli»: la sorprendente storia  degli allevatori sopravvissuti all’Olocausto del South Jersey

Personaggi e Storie

di Marina Gersony
Parlando yiddish ai polli: sopravvissuti all’Olocausto negli allevamenti del South Jersey è il titolo di un libro uscito in questi giorni che narra la storia di un migliaio di sopravvissuti all’Olocausto che, invece di stabilirsi nelle grandi città come la maggior parte dei circa 140.000 ebrei sopravvissuti che giunsero negli Stati Uniti nel primo decennio dopo la Seconda guerra mondiale, scelsero di trasferirsi nel sud del New Jersey diventando allevatori di pollame.

L’autore del libro, Seth Stern, giornalista presso Bloomberg Industry Group e nipote di quegli allevatori, racconta in prima persona e per la prima volta questa vicenda straordinaria di una comunità che ha saputo creare un mondo a sé, mantenendo la propria lingua, le proprie ritualità e le proprie tradizioni. (Speaking Yiddish to Chickens: Holocaust Survivors on South Jersey Poultry Farms di Seth Stern; Publisher; pp.307; Editore ‎Rutgers University Press).

 

Il libro descrive le difficoltà economiche e sociali affrontate da questi sopravvissuti coraggiosi e intraprendenti, che hanno continuato a praticare la propria religione con maggior intensità rispetto alla maggior parte degli ebrei nei sobborghi di New York.

Oltre a documentare ogni aspetto della comunità ebraica di Vineland degli anni ‘50 e ’60 – una piccola città rurale di 30.000 persone a metà strada tra Filadelfia e Atlantic City – l’autore racconta come i rifugiati abbiano vaccinato migliaia di polli contro la malattia di Newcastle, ricostruito pollai distrutti durante l’uragano Hazel e vissuto una nuova quotidianità tra lavoro e intrattenimento, fornendo così un’immagine inedita di una robusta comunità di immigrati ebrei rurali in un’epoca in cui alcuni ebrei americani preferivano lasciare le grandi città per la periferia.

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Come dicevamo le fattorie dei profughi erano situate principalmente a Vineland e nei suoi dintorni, dove precedenti ondate di immigrati ebrei avevano costruito una ricca rete di istituzioni culturali e religiose.

Il libro, basato su interviste a dozzine di questi agricoltori rifugiati e ai loro figli, oltre a storie orali e documenti d’archivio, racconta come abbiano imparato a coltivare e ricostruire una nuova realtà nonostante l’immensa sofferenza che portavano nel cuore. Questi agricoltori si adattarono a uno stile di vita rurale alieno e spesso isolato, ma trovarono conforto nella cultura yiddish, che rappresentava per loro un legame con l’infanzia perduta, le famiglie e le città natali.

Il New Jersey meridionale era stato a lungo una calamita per gli immigrati ebrei dall’Europa che cercavano rifugio nelle fattorie. I giovani ebrei russi idealisti arrivarono per primi negli anni ‘80 dell’Ottocento, costruendo colonie agricole collettive in mezzo alle terre selvagge.


Il libro di Stern fornisce uno sguardo approfondito su come questi rifugiati ebrei abbiano affrontato le sfide dell’adattamento alla loro nuova vita, tra cui l’apprendimento di nuove lingue e la gestione di un’attività agricola redditizia. Inoltre, il libro evidenzia soprattutto l’importanza della cultura yiddish nella comunità, che ha funzionato come un ponte tra il passato e il presente per questi sopravvissuti dell’Olocausto. Da qui il titolo Parlando yiddish ai polli…

Il successo dell’allevamento di pollame ha permesso di fatto a molti di questi immigrati ebrei di costruire una nuova vita nel New Jersey meridionale. Tuttavia, il libro di Stern mette in luce anche le difficoltà incontrate dai sopravvissuti, come la discriminazione razziale e la lotta per l’accesso al credito.

In breve, Parlando yiddish ai polli: sopravvissuti all’Olocausto negli allevamenti del South Jersey è un libro interessante che offre una prospettiva unica sulla storia degli ebrei sopravvissuti all’Olocausto negli Stati Uniti e sulle loro esperienze di adattamento a un nuovo ambiente. La narrazione di Stern, ricca di dettagli storici e di aneddoti personali, dipinge un quadro vivido della vita quotidiana di queste comunità agricole ebraiche, che sono state in grado di costruire una nuova vita e di preservare la propria identità culturale, nonostante le avversità incontrate.

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(Foto: Pexels)