di Ilaria Myr
In una bellissima e luminosa sala Appiani, il 21 aprile si è svolta la di cerimonia di premiazione della prima edizione del “Premio letterario Aurelia Josz”, dedicato a una donna innovatrice, che nei primi del ‘900 si adoperò in prima persona per l’educazione agricola femminile. Fondatrice di numerose scuole, di cui oggi rimane quella del Parco di Monza, morì ad Auschwitz nel 1944.
In quella stessa sala, dove nel 1906, in occasione dell’Esposizione Universale, Aurelia Josz ricevette la medaglia d’oro per la didattica, un folto pubblico ha assistito alla premiazione dei vincitori di poesie e racconti sul tema “L’agricoltura è l’arte di sapere aspettare”. Presenti in sala anche alcuni membri della sua famiglia, come la nipote Nora Heger, che hanno regalato ai presenti aneddoti interessanti ed eloquenti sulla donna.
Il concorso, promosso dalla Scuola Agraria di Monza e dalla Casa della Poesia di Monza con il patrocinio della Comunità Ebraica di Milano e delle Scuole della Comunità Ebraica, era aperto agli adulti e ai ragazzi fra i 15 e i 19 anni. Oltre ai primi premi (tre per la sezione Poesia, uno per la Narrativa) sono stati assegnati anche tre premi Speciali: uno dedicato a Ferdinando Sarzi Sartori, che si è impegnato molto nelle attività della Scuola agraria, mantenendo ottimi rapporti con la famiglia Heger, uno ad Aurelio Giuseppe Heger, pronipote di Aurelia Josz, deceduto un anno fa, e uno dell’Adei Wizo, Associazione Donne Ebree Italiane, che ha aderito con entusiasmo all’iniziativa.
I VINCITORI
Narrativa
Primo Classificato Paolo Cerruto “Il Diluvio E L’esposizione Universale”
Poesia
Primo Classificato Davide Rocco Colacrai ” Nato A Mezzanotte”
Seconda Classificata Paola Manni “Quante Lune”
Terza Classificata Cristiana Vai “Se Morissi”
Premio Speciale Ferdinando Sarzi Sartori
Michele Toriaco, per l’opera nel suo complesso ( tre poesie entrate in shortlist)
Premio Speciale Aurelio Giuseppe Heger
Michel Levi, studente della Scuola Ebraica di Milano, con la poesia” L’attesa”
Premio Adei Wizo Milano
Yael Pepe, studentessa della Scuola Ebraica di Milano, con il racconto “L’attesa”
1° premio:
Sono nato a mezzanotte
Sono nato a mezzanotte,
un minuto prima o un minuto dopo
cosa importa,
con una luna vedova a oziare,
e tre corvi che levigavano
col loro gracchiare in un’eco da coltello
il cielo.
Non ho radici e sono solo,
di una solitudine che non conosce nuvole
né spighe di grano,
con un piede all’ombra di parole
che inciampano,
con l’altro nel silenzio dei giorni,
fragile come il silenzio che si annida
nel respiro del vento.
Dicono gli uomini che sono cattivo –
un nemico senza contorni –
un ammasso di stracci senza vita –
una croce di legno già triste perché senza destino.
In me c’è un cuore che si colora con le stagioni,
capace di arrossire,
e di commuoversi persino,
un cuore che sussurra alle stelle,
e che si lascia chiamare per nome,
un cuore custode d’ogni sogno di sangue;
qualche volta è una lacrima buona
a farmi sentire vivo,
altre volte è un seme di terra che germoglia
dal petto.
Sono nato a mezzanotte –
in compagnia di una luna dalla forma di ciliegia –
al lamento di ruggine di tre corvi –
al dormiveglia delle orme della vita.
Anch’io sono un uomo,
un uomo che si veste da spaventapasseri.
2° premio
Quante lune
Quante lune ci domanda la vita !
troppe per un percorso di sassi e fango
Eppure
per un cielo autunnale che pare cenere
rimango
3° premio
Se morissi
Se morissi
in un giorno d’estate vorrei essere
girasole esausto di luce
Se morissi
in un giorno di primavera
vorrei essere
fiore di magnolia esplosivo e fugace
Se morissi
in un giorno d’autunno
vorrei essere
ornamento blu di ortensia recisa
Se morissi
poi in un giorno d’inverno vorrei essere
rosa cristallizzata dal gelo
Bella come il primo giorno