Il 4 dicembre lo scrittore israeliano Aharon Appelfeld è stato insignito a Dortmund del prestigioso premio tedesco Nelly Sachs (dal nome della scrittrice Premio Nobel 1966) per la Letteratura: premio che viene conferito ogni due anni.
In Italia sono stati pubblicati vari suoi romanzi: Il mio nome è Katerina, Le cose che ho amato, Notte
dopo notte, Storia di una vita: Questultimo, del 2001, è il più autobiografico, anche se non lo si può considerare unautobiografia nonostante il titolo.
Appelfeld, nato nel 1932 a Cernowitz, oggi in Romania, da una famiglia di ebrei benestanti e intellettuali, narra – ripescando a sprazzi nella memoria e cancellando per contro altri pezzi di vita – la sconvolgente vicenda della sua fuga nei boschi dopo che i genitori erano stati deportati, e le sue strazianti vicissitudini per poter materialmente sopravvivere nonostante la giovanissima età. Al termine della guerra, con altri ragazzi come lui abbandonati, venne portato in Italia e di lì in Palestina.
Lesperienza più lacerante la conobbe proprio là, dove lui che conosceva solo il tedesco come lingua madre, fu costretto a dimenticarlo perché era la lingua tabù, la lingua del nemico per antonomasia, e ad apprendere velocemente lebraico, lingua dura invece, che non poteva esprimere i suoi sentimenti: langoscia per la perdita della lingua, tema che ricorre spesso nelle sue opere, e la necessità di assumerne unaltra è sentita come la cancellazione e lacquisizione di una nuova identità più conforme alla nuova realtà in cui si trova catapultato, quella appunto israeliana.
Tuttavia, con fatica e forza di volontà, si dedica allo studio della letteratura e, anche grazie allincontro con grandi figure di letterati ebrei, riuscirà a piegare la lingua ai suoi voleri, come linizio di un percorso che lo porterà a diventare uno dei più illustri scrittori israeliani.