Ritorno a Tora e Piccilli

Personaggi e Storie

di Annie Sacerdoti

Tora è vicina a Cassino, dove si svolse una delle più sanguinose battaglie del 1944. Oggi conserva il suo aspetto e i suoi valori

Tra il settembre 1942 e il novembre 1943 trenta uomini tra i 20 e i 30 anni della Comunità ebraica di Napoli furono precettati per il lavoro coatto e destinati al Comune di Tora Presenzano (oggi Tora e Piccilli), poco distante dal Monastero di Montecassino. Molti di loro furono raggiunti dalle famiglie, che avevano pensato in questo modo di sottrarsi ai bombardamenti di Napoli. Il gruppo ebraico nel paese divenne così relativamente numeroso, con donne e bambini. La popolazione, inizialmente diffidente, accolse con semplicità i nuovi arrivati, soprattutto grazie all’umanità e intelligenza della Baronessa Antonietta Falco (la famiglia più importante del posto), e nessuno dei torani rivelò mai durante i mesi di occupazione tedesca (8 settembre – novembre 1943) che in paese viveva un gruppo di ebrei. Nel 2002 il Comune di Tora e Piccilli fu insignito della Medaglia di Giusto tra le Nazioni, grazie al racconto e all’interessamento di Vittorio Gallichi, uno dei bambini internati con la famiglia nel paese in quegli anni.

Settantacinque anni dopo, la storia del gruppo ebraico di Tora e dell’atteggiamento salvifico dei suoi abitanti viene ricordato nel film Terra bruciata del regista Luca Gianfrancesco. Dopo la proiezione in varie città e il successo, nasce l’idea di un incontro, il 9 dicembre a Tora, dei discendenti (un centinaio di persone) di tutti coloro che in quel lontano 1942 erano stati precettati e allontanati dalle proprie case. Molti di questi discendenti non erano mai andati a visitare il paese. È nato così un incontro fortemente intenso e appassionato, con testimonianze di figli e nipoti ai quali si sono aggiunti ricordi di anziani del paese, oltre alla presenza di tutte le autorità cittadine. Non sono mancate lacrime unite a ricordi, in particolare davanti alle grotte di tufo nelle quali gli ebrei si rifugiarono e vissero per alcuni mesi del 1943, fianco a fianco di sfollati del paese. La giornata si è conclusa con la messa a dimora di un olivo nella Villa Comunale, creando anche a Tora un meritato Giardino dei Giusti.