di Marina Gersony
Si chiama The Milgroym Project ed è un ambizioso progetto digitale che raccoglie le riviste yiddish d’avanguardia del periodo tra le due guerre mondiali. Grazie alla collaborazione tra In Geveb (in yiddish vuol dire “nel web”, https://ingeveb.org), un diario di studi yiddish fondato da Eitan Kensky e Saul Zaritt con la Historical Jewish Press, è possibile accedere a queste riviste online corredate da testi originali, traduzioni, commenti e immagini selezionate (The Historical Jewish Press è a sua volta una joint venture tra l’Università di Tel Aviv e la National Library of Israel).
Il progetto parte proprio da Milgroym, una delle riviste yiddish di arte e cultura visivamente più belle, prestigiose e suggestive dell’epoca. I redattori erano due giganti della letteratura yiddish: Dovid Bergelson e Der Nister. Entrambi furono assassinati in quanto “scrittori ebrei”, vittime della politica di sterminio staliniana.
Milgroym prevede di pubblicare in futuro traduzioni di scritti selezionati insieme a commenti e critiche esplorando la ricchezza di un materiale prezioso e dimenticato. L’obbiettivo è di rendere queste riviste accessibili a un pubblico più ampio e di coinvolgere studiosi di altre discipline (nuovi studi, storia dell’arte e così via) e tutti coloro che pur non avendo familiarità con la lingua yiddish desiderino comunque fare uso di questo materiale per progetti di ricerca più ampi o per pura curiosità intellettuale.
Le scansioni a colori delle riviste sono già disponibili attraverso il sito web di JPress e saranno presenti in tutte le pagine. Il progetto prevede di espandersi su altre riviste attraverso la nuova piattaforma digitale pubblicando riviste molto difficili da trovare come Di vog, Albatros e Khalyastre: ognuna di queste è un’istantanea preziosa della cultura yiddish in uno specifico momento e luogo, durante un periodo che ha visto sia un’incredibile produzione creativa in yiddish sia dei cambiamenti drammatici per la vita ebraica in Europa e per il corso della storia europea moderna.
Il numero inaugurale del progetto Milgroym presenta un saggio su “Artisti ebrei nell’arte russa contemporanea” di Henryk Berlewi, pittore ebreo-polacco, artista grafico e teorico d’arte; un articolo di Naomi Brenner, professore associato presso la Ohio State University, che parla del contesto culturale in cui è stata pubblicata la rivista Milgroym; e un articolo di Susanne Marten-Finnis sull’idea di Milgroym “come percorso verso un museo globale”, possibile modello di pratica curatoriale contemporanea.
(Nella foto, una copertina della rivista Milgroym: Biblioteca Nazionale di Israele)