Se ne va l’eroe di Exodus

Personaggi e Storie

È mancato all’età di 83 anni, nella sua casa, come aveva scelto, Paul Newman. Era malato di cancro, malattia che gli era stata diagnosticata 18 mesi fa. Tutti coloro che lo amavano, i familiari naturalmente ma anche i milioni di fans nel mondo, si aspettavano la notizia, dopo che i cicli di chemioterapia a cui si era sottoposto non avevano potuto risolvere il suo male.

Paul Newman era una star, certo, con sessanta film e due Oscar all’attivo. Ma una star sui generis, un uomo che ha creato una fondazione che produce cibi biologici e i cui utili vengono interamente devoluti in beneficenza; un uomo la cui vita vera non è meno avventurosa e fantastica di quella vissuta sul set.

Era nato il 26 gennaio 1925 a Shaker Heights, Ohio. Il padre era un commerciante ebreo di origine tedesca mentre la madre era di origini ungheresi e di fede cattolica. Ma spesso Paul si definiva ebreo e in molte interviste rilasciate ai tempi del film Exodus di Otto Preminger, tratto dal romanzo di Leon Uris, e ispirato alle vicende dell’Aliah Beth, non mancava di sottolinearlo.



Paul Newman si laureò in Scienze al Kenyon College e negli anni Quaranta entrò a far parte di una compagnia teatrale dove incontrò Jakie Witte, la sua prima moglie, dalla quale ebbe tre figli, il più piccolo dei quali, Scott, morirà tragicamente per overdose nel 1978.

Frequentò l’Actor’s Studio di New York e decise poi di intraprendere la strada del cinema: nel 1954 debuttò nel film Il calice d’argento. È il momento d’oro del cinema americano e per Paul, nel 1956, con Lassù qualcuno mi ama arriva il successo di pubblico e critica.

Nel 1958, dopo il divorzio dalla Witte, sposa l’attrice Joanne Woodward conosciuta sul set del film La lunga estate calda, un matrimonio che durerà 50 anni, un’eccezione nel mondo delle star. Dalla loro unione nascono tre figlie. Joanne lo accompagnò nel 1960 in Israele durante le riprese di Exodus, dove Paul Newman interpretava il ruolo di Ari Ben Canaan un membro dell’Haganah che organizza il viaggio della nave carica di profughi diretti in Erez Israel. Tornarono nello Stato ebraico nel 1963, e ci sono le splendide immagini di Leo Fuchs a documentarlo.

Nel 1986 finalmente l’Accademy si accorge di lui e arriva l’Oscar per la sua interpretazione nel film Il colore dei soldi di Martin Scorsese, al fianco di un giovane Tom Cruise.

Durante gli anni Settanta una sua grande passione sono le corse automobilistiche e nel 1979 prende parte alla 24 ore di Le Mans arrivando secondo al volante della sua Porsche.

Nel 1993 riceve il premio Jean hersholt Humanitaria dall’Accademy per le sue iniziative benefiche. In ricordo del figlio Scott, Newman dirige Harry & son nel 1984, storia di padre e figlio allontanati da mille incomprensioni.

L’ultimo film interpretato da Paul Newman risale al 2002: Road to Perdition-Era Mio padre di Sam Mendes.

La sua straordinaria bellezza, che ha conservato anche con le rughe dell’età, era qualcosa che toccava il cuore come una magia, perché unita alla sua classe, al fascino discreto, ne faceva qualcosa di molto diverso dai tanti colleghi “belli di celluloide”. Addio, Paul.