La porta di Brandeburgo a Berlino

Un archivio russo rivela dettagli inediti sugli ultimi giorni di Hitler

Personaggi e Storie

di Roberto Zadik

La fine di Hitler, un nuovo archivio russo, con una serie di rivelazioni inedite, svela come lo spietato dittatore visse i suoi ultimi giorni
 
Ben poco si sa di come il dittatore nazista, di origine austriaca, Hitler, passato alla storia per la sua malvagità e la foga rabbiosa dei suoi discorsi, abbia trascorso le sue ultime settimane di vita, prima di morire il 30 aprile 1945, dieci giorni dopo il suo cinquantaseiesimo compleanno.
A svelare interessanti dettagli al riguardo un articolo pubblicato su Ynet, mercoledì 10 maggio, firmato dal giornalista Itamar Eichner. Il testo menziona alcune informazioni preziose contenute in un nuovo archivio russo che raccoglie le testimonianze di due esponenti del Reich molto vicini al dittatore, il colonnello Arthur Schwartz e Otto Gunsche, guardia del corpo di Hitler. Entrambi catturati dall’esercito sovietico, nel maggio 1945, hanno raccontato una serie di aneddoti su come il dittatore ed i suoi più intimi collaboratori abbiano vissuto, per circa quattro mesi, rinchiusi in un bunker a Berlino.
L’articolo spiega che a causa dei continui bombardamenti alleati che colpivano la capitale tedesca, poco prima della vittoria finale, Hitler decise di barricarsi nel bunker il 16 gennaio 1945. Si trattava di una costruzione estremamente imponente, assai diverso da Berghof, abituale residenza di Hitler. Molto grande, comprendeva venti stanze estremamente spoglie, arredate con pochi e frugali mobili; in particolare la foto di un paesaggio olandese sopra il divano e, sulla scrivania di Hitler, il ritratto del sovrano prussiano Friedrich la cui vita fu per lui costante modello di ispirazione.
I resoconti forniti dai due collaboratori del Fuhrer parlano di come egli fosse ottimista, riguardo alla propria sopravvivenza, credendo nell’intervento divino che l’avrebbe salvato come era successo, nemmeno un anno prima, quando scampò all’attentato del 20 luglio 1944. Nonostante questo l’articolo di Eichner evidenzia come, durante la prigionia a Mosca, dalla sua cella, Gunsche raccontasse  amaramente al Colonnello Schwarz di come molti avessero voltato le spalle a Hitler, abbandonando le speranze di una possibile vittoria tedesca, sottolineando come egli, invece, fosse rimasto fedele fino all’ultimo al dittatore. La situazione, stando ai resoconti, precipitò quando, il 16 aprile 1945, cominciò l’offensiva finale su Berlino causando nervosismo a Hitler ed  ai suoi collaboratori. Egli ricorda di come Hitler si lasciò andare progressivamente, sempre più sciatto ed ingrassato, ordinando svariate torte e di quanto tutti parlassero incessantemente delle atrocità che li avrebbero colpiti, all’arrivo delle milizie sovietiche dell’Armata Rossa, e di come la propaganda di Goebbels invitasse alla resistenza.
Nonostante quanto stava accadendo, l’abitudinario Hitler mantenne il suo stile di vita eccentrico fino alla fine. Lavorava, soprattutto di notte, andando a dormire intorno all’una e dormendo fino ad oltre l’ora di pranzo in cui faceva colazione ed organizzava i suoi incontri. Tutto questo durava fino alle 18.30 quando egli riceveva aggiornamenti dal fronte militare. Solitamente cenava tardi, verso le 21 e oltre,  proseguendo con le discussioni ed il lavoro fino a tarda notte. Estremamente morigerato nei piaceri, evitava di consumare carne, tranne che nei grandi eventi, ed era praticamente astemio, salvo quando a volte ordinava di portargli del cognac al tavolo. I resoconti parlano anche della festa per il compleanno del Fuhrer, quando nel bunker vennero a trovarlo alti ufficiali del Reich, come Hermann Goring, Wilhelm Keitel ed il temibile Heinrich Himmler.
Fedeli fino alla fine gli furono il ministro della propaganda nazista Goebbels, con la moglie ed i sei figli, e Goering che cercava di convincerlo a rinunciare di prendere decisioni, dichiarandosi disponibile ad essere il suo successore dal 22 aprile. Un duro colpo Hitler  lo subì dal fedele Himmler, capo delle SS, che cercò di contrattare una resa della Germania nazista, anche prima che l’Armata sovietica iniziasse a bombardare Berlino.
Testimonianze inedite ed estremamente interessanti  in cui emerge il ritratto di Eva Braun, compagna di Hitler, della quale Gunsche  descrive la personalità “simpatica, umile e gentile”. Due giorni prima della morte, il 28 aprile 1945, il Fuhrer decise di sposarla, probabilmente solo perché stava già pensando di togliersi la vita, firmando un contratto in cui dichiarava che ambedue erano ariani e privi di qualsiasi malattia ereditaria. Due giorni dopo il loro matrimonio, Hitler seppe che le munizioni stavano finendo e che il suo alleato Benito Mussolini era stato giustiziato dai partigiani.
Il racconto si conclude con l’ultimo giorno di vita di Hitler, il 30 aprile, quando, la mattina, sua moglie Eva Braun cercò invano di farlo uscire da bunker per prendere un po’ di sole ma, visti i bombardamenti, egli rifiutò. Egli era vistosamente invecchiato e, a causa del nervosismo e della paura, le mani gli tremavano. Poco dopo, il 2 maggio, Gunsche e Schwarz vennero catturati iniziando il loro racconto della disfatta di Hitler e del Regime nazista.