All’età di 84 anni, è morto lo scrittore Norman Mailer, americano di origine ebraica. Giornalista, scrittore, regista, è considerato, insieme a Truman Capote e Tom Wolfe, il fondatore del “new journalism”, un genere letterario a metà strada tra il romanzo e l’inchiesta.
Considerato un protagonista della cultura americana e un punto di riferimento della beat generation, era nato il 31 gennaio 1923 nel New Jersey, trascorrendo in seguito la giovinezza nel quartiere newyorkese di Brooklyn. Nel 1948, conquista le vette del successo con il romanzo Il nudo e il morto, in cui racconta le esperienze vissute durante la seconda guerra mondiale.
Tra le sue opere più significative, vi sono Perché siamo in Vietnam?, del 1967, e I duri non ballano, dal quale egli stesso trasse un film interpretato da Isabella Rossellini.
Laureato in ingegneria areonautica ad Harvard ed insignito di due premi Pulitzer, scrisse saggi e biografie dedicati a personaggi contemporanei, tra cui Picasso, Marilyn e John Kennedy. La sua vita assunse spesso toni di cronaca scandalistica per il suo comportamento trasgressivo e dissacrante: grande bevitore di whisky e fumatore di marijuana, noto anche per aver accoltellato la moglie e per aver sfidato un campione di pugilato. Padre di nove figli, venne fortemente criticato per il contenuto osceno di alcune sue poesie e giunse spesso a scontrarsi pubblicamente con lo scrittore Gore Vidal.
Raymond Sokolov, redattore di Newsweek, scrisse di lui che possedeva uno stile, naturale e superbo per la scrittura, un talento innato che lo portava a creare personaggi vivi e reali, dotati di sangue e nervi. Come artista era ritenuto geniale, ma come uomo era temuto per il suo spirito caotico, battagliero e rivoluzionario.