(Dignitari a gaza, 1967. Credit Boris Carmi, Fonte: Haaretz)
di Nathan Greppi
Quando si parla oggigiorno della Striscia di Gaza, quasi sempre è per parlare della situazione politica o della guerra. Tuttavia, raramente ci si sofferma a pensare a come doveva essere prima del 2006, quando a seguito dello sgombero, avvenuto l’anno prima, dei cittadini israeliani che ci vivevano, le elezioni portarono al potere il movimento islamista Hamas. Per chi invece si interessa della storia in senso più ampio, di recente la Biblioteca Nazionale d’Israele ha acquisito un gran numero di fotografie di Gaza che attraversano oltre un secolo.
Come riporta Haaretz, tutto è nato grazie a Zvi Meitar (1933 – 2015), un collezionista di documenti storici e fotografie che nell’arco di una vita intera ha acquisito le collezioni di quattro dei più importanti fotografi israeliani: Beno Rothenberg, Moshe Levin, Boris Carmi ed Emanuel Hareuveni. Di recente, la sua famiglia ha ceduto la sua intera collezione alla Biblioteca Nazionale, permettendo di conservare centinaia di foto e di renderle fruibili da parte del pubblico. Queste si aggiungono ad altre già presenti che in origine appartenevano alla Lenkin Family Collection of Photography, conservata all’Università della Pennsylvania.
Si può così ricostruire la storia di Gaza City: prima dei moti del 1929, nei quali diversi arabi massacrarono decine di ebrei, lì viveva una comunità ebraica abbastanza consistente. I fotografi che hanno scattato le foto si sono recati nella Striscia in momenti diversi: Levin vi si recò nel 1956, durante la Crisi di Suez, mentre Carmi andò nel 1967, l’anno della Guerra dei Sei Giorni. Nonostante i periodi turbolenti, le foto documentano vari tipi di contesti, tesi o tranquilli: le vie della città, le spiagge, i turisti israeliani che in passato potevano recarvisi liberamente. Affreschi sinceri, non filtrati da sguardi soggettivi.