di Ilaria Ester Ramazzotti
Fu la prima donna a dirigere un giornale nazionale nel Regno Unito quando, negli anni Novanta del XIX secolo, le donne non avevano nemmeno diritto di voto. Anni in cui Rachel Sassoon Beer era invece redattore capo contemporaneamente di The Observer e di The Sunday Times, due testate che possedeva insieme al marito Frederick Arthur Beer. I suoi articoli più noti riguardavano l’affaire Dreyfus.
Nata a Bombay nella famiglia Sassoon, nota dinastia di mercanti specializzatisi nel commercio del cotone e dell’oppio in Cina, era l’unica figlia femmina di Sassoon David Sassoon (1832-1867), terzo figlio del ‘patriarca’ David Sassoon (1792-1864), originario di Baghdad. Sua madre Farha, nota come Flora (1835-1919), era invece figlia di Solomon Reuben Sassoon di Baghdad.
I ‘Rotschild dell’Est’, come vennero soprannominati i Sassoon, allineati con gli interessi coloniali e bellici britannici, sostenuti dalla Corona nella commercializzazione dell’oppio, si trasferirono in buona parte in Gran Bretagna tra il XIX e il XX secolo, entrando nell’alta società e impiegandosi in molti campi come la politica, la cultura, i media. Il padre di Rachel fu il primo dei fratelli Sassoon a trasferirsi in Inghilterra, dove nel 1858, poco dopo la nascita di Rachel; si stabilì a Londra e fu molto attivo nella vita comunitaria anglo-ebraica locale. Poi, nel 1863 acquistò una tenuta ad Ashley Park, nel Surrey. Morì improvvisamente all’età di 35 anni nel 1867, lasciando la moglie a crescere Rachel e i suoi tre fratelli: Joseph (1855-1918), Alfred Ezra (1861-1895) e Frederick Meyer (1863-1889). Tutti seguirono il loro percorso scolastico studiando in casa con insegnanti privati e Rachel, da ragazza, lavorò come infermiera volontaria all’ospedale Brompton di Londra.
Nel 1887, all’età di 29 anni, Rachel Sassoon sposò Frederick Arthur Beer, di famiglia cristiana anglicana, figlio del finanziere londinese Julius Beer, originario di Francoforte e a sua volta di origine ebraica. Il matrimonio di Rachel si svolse con grande disapprovazione della madre e della famiglia nella Holy Trinity Church di Sloane Street. Tra gli invitati figurava anche l’allora primo ministro William Ewart Gladstone.
La carriera giornalistica di Rachel Sassoon Beer e il suo ruolo nell’affaire Dreyfus
Donna pioniera dell’editoria e della gestione dei giornali, Rachel Sassoon Beer iniziò a scrivere professionalmente proponendo lettere e articoli all’Observer, il più antico giornale domenicale inglese, per poi diventarne vicedirettore e infine direttore. Suo suocero Julius Beer lo aveva acquistato nel 1870 e lo aveva poi affidato a suo marito Frederick, che la coinvolse nella gestione delle pubblicazioni e le passò la direzione nel 1896. Nel 1893 acquistò anche il Sunday Times e fino al 1903 gestì entrambi i giornali con vari gradi di supervisione e coinvolgimento. Divenne altresì membro dell’Institute of Journalists e dell’Institute of Women Journalists.
Il destino non solo volle che diventasse la prima donna direttrice di un giornale nel Regno Unito, ma anche uno dei giornalisti più coinvolti nell’affaire Dreyfus: nel 1898 riuscì a farsi dare notizie sui fatti raccogliendo una vera e propria confessione da Ferdinand Esterhazy, il militare e agente segreto francese, spia per la Germania, che in Francia fu all’origine dello stesso dell’Affare Dreyfus. Era colui che inviò il documento contenente segreti militari all’ambasciata tedesca di Parigi, il documento poi attribuito a Dreyfus e per il quale il capitano ebreo alsaziano venne condannato al processo per alto tradimento. Rachel Sassoon Beer incontrò Esterhazy, che era già stato contattato dal corrispondente parigino dell’Observer, mentre si trovava segretamente a Londra. Poi, in difesa di Dreyfus, pubblicò articoli che contribuirono alla riapertura del caso. Nella sua rubrica del 25 settembre 1898 accusò il militare francese di antisemitismo e chiese un nuovo processo per Dreyfus. Esterhazy ritrattò allora la sua intervista-confessione rilasciata all’Observer, che citò per diffamazione, ma nel 1899 confessò anche processualmente le sue falsità e alla fine Dreyfus fu assolto. Un risultato ottenuto anche grazie alla perseveranza della giornalista Rachel Sassoon Beer.
La triste svolta di una vita intensa e di un matrimonio
Frederick Beer, che forse soffriva di sifilide, morì nel 1903. Era parzialmente paralizzato e molto provato psicologicamente. Rachel, che lo aveva assistito per tutta la durata della lunga malattia, si ammalò a sua volta subito dopo. Ereditò l’intero patrimonio del marito, ma nel 1904 fu dichiarata non più capace di intendere e di volere e affidata alle cure di un ampio staff di infermiere, e suo fratello Joseph fu nominato amministratore dell’eredità. Una professione che lei stessa aveva continuato a svolgere come volontaria, così come aveva sempre coltivato i suoi vari interessi culturali, fra arte, collezionismo e musica.
Trascorse il resto della sua vita in una casa di campagna a Tunbridge Wells, circondata dal suo ampio staff e dalla notevole collezione d’arte che aveva raccolto durante l’arco della sua densa e coraggiosa esistenza. Morì nel 1927, dopo tutti i suoi fratelli. Il suo patrimonio passò ai nipoti e pronipoti, fra cui il poeta Siegfried Sassoon. In anni recenti, sulla sua tomba è stata posata una targa che recita: “Rachel Beer, editor dell’Observer e del Sunday Times negli anni 1890. La prima direttrice donna di un giornale nazionale in Gran Bretagna”.