Aiutare le donne vittime di violenza con l’Associazione D.V.O.R.A.

Salute

di Redazione

Dopo le violenze subite, non è facile gestire il reinserimento nella società. «Cerco di farle sentire più belle e forti». Intervista a Dvora Ancona, medico chirurgo estetico

«Aiutare le donne vittime di violenza e abusi a cancellare i segni fisici e psicologici dei traumi subiti». È l’impegno portato avanti da diversi anni dall’Associazione D.V.O.R.A. | Donne Volontarie Operative Richiesta Aiuto. Come spiega la sua ideatrice, Dvora Ancona, medico estetico, l’associazione fornisce assistenza operativa in favore delle donne vittime di violenza.


«Ci sono delle violenze che lasciano dei segni fisici sul corpo. Per questo motivo voglio aiutare a risollevare l’animo di queste donne utilizzando degli strumenti di ultima generazione. Con l’aiuto del laser, della radiofrequenza ad aghi o gli ultrasuoni è possibile cancellare, o almeno ridurre le cicatrici», spiega. «L’iniziativa è nata perché abbiamo visto dei casi molto eclatanti di ragazze che sono state ustionate sul viso, ma non solo, con l’acido o col fuoco. Parlando personalmente, ho avuto una paziente col viso devastato. Il suo compagno l’ha aggredita schiacciandole il volto sul fornello. Nel suo caso ci sono volute diverse sedute per ridurre la visibilità delle cicatrici. Si sentiva infastidita da questi segni, perché non solo si è ritrovata col volto deturpato, ma non credeva più nell’amore, non credeva più in se stessa». Non si tratta quindi di rimuovere solamente le cicatrici, ma di offrire, seduta dopo seduta, anche un supporto psicologico.

«Cerco di farle aprire, di farle sentire più belle in modo che possano riacquistare la forza. L’importante è come ti vedi tu allo specchio, non tanto come sono gli altri a vederti, perché dopo esperienze del genere, dopo le violenze subite, non è facile gestire quello che sarà poi l’inserimento nella società».

Le violenze, come ha sottolineato la dottoressa, possono lasciare diversi tipi di segni fisici: ci sono casi di accoltellamento che lasciano delle cicatrici, ematomi dovuti a botte che difficilmente scompaiono e lasciano così delle macchie, casi di violenza dovuti al trascinamento sul terreno che fanno sì che il pigmento entri nella pelle. «Quando ero in Israele tra il 1997 e il 1999 c’erano molti casi di persone ustionate per via degli attentati. È anche da lì che è nata questa mia forza. Ero nel reparto di chirurgia plastica e vedevo molti episodi del genere. Pur non essendo io la diretta operativa sul paziente, vedevo quanto stava accadendo con i miei stessi occhi». Purtroppo, oggi le violenze sono all’ordine del giorno. Nel mondo, la violenza interessa ben una donna su tre. Mentre in Italia i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, dove le forme più gravi non sono ad opera di sconosciuti, ma di compagni o ex compagni, di parenti o amici. «Purtroppo, in questo periodo si parla anche tanto di omicidi. Siamo arrivati a degli episodi inverosimili. Donne che sono rimaste ferite o che sono morte per non aver trovato la forza di andarsene o per essersi recate all’ultimo appuntamento. Lo dico sempre: “Non andate mai all’ultimo appuntamento”».

All’Associazione D.V.O.R.A. oltre all’aiuto medico, le donne vengono supportate anche da una psichiatra e da un’avvocata. «Queste donne non avendo un punto di riferimento vengono spesso a chiedermi un aiuto e qui da me cerco di farle sentire a casa. Sono contenta di questa iniziativa perché credo fermamente che dobbiamo sempre cercare di fare qualcosa di buono. Lo dobbiamo fare per noi stessi e perché soprattutto fa parte delle nostre mitzvot. Fare delle buone azioni senza aspettarsi un compenso».

Per informazioni:
Sito: associazionedvora.org
Indirizzo: Via Turati 26, Milano
Telefono: 339 714 6644