Pancia piatta per l’estate: diverse alternative e le possibili cure

Salute

di Redazione

Intervista a Dvora Ancona. Ridurre il grasso addominale con tecnologie all’avanguardia, anche israeliane. I consigli di Dvora Ancona, medico estetico

Crioterapia, termoterapia e fosfatidilcolina. Un ventaglio di soluzioni per sconfiggere il più temuto inestetismo: il grasso addominale. A parlarne è la dottoressa Dvora Ancona, titolare del Centro Medico Dvora dvora.it).

Il trattamento estetico più richiesto dell’estate? La pancia. Particolarmente quest’anno. Ma quali sono i rimedi per ridurre quel centimetro o più che sporge, e che in alcuni di noi potrebbe portare qualche senso di disagio? Ad offrire delle soluzioni in merito, che sfruttano le migliori tecnologie del momento è la dottoressa Dvora Ancona, medico estetico, nota promotrice della “bellezza senza bisturi”, un motto che da sempre la contraddistingue. «Un ventre morbido può anche essere carino, sensuale, ma quando tende ad ingrossarsi troppo, non fa mai bene alla salute».

Quali trattamenti?
Ma prima di descrivere le diverse alternative possibili di cure, la dottoressa, oltre a porre l’accento sulla questione salute, specifica come un addome è costruito. Bisogna infatti distinguere tra il grasso che si trova nei livelli più profondi, che determina solitamente una pancia che possiamo chiamare “a palloncino”, più dura al tatto, ed un grasso situato a livello più superficiale che crea la pancia “a budino”. «Se l’accumulo di lipidi nel ventre è sotto la fascia muscolare, quindi in profondità, la cosa
da fare, importante per la propria salute, è una dieta mirata, perché il grasso localizzato in quella zona è un fattore che non andrebbe mai trascurato». È il famoso “grasso viscerale”, un importante fattore di rischio cardiovascolare.
Mentre se il vostro ventre è più a forma di “budino”, che normalmente si riesce pizzicare, in questo caso ci sono diversi tipi di trattamenti. «Si può agire con la corsa, unita sempre ad una dieta mirata, assieme a dei trattamenti che possono dare sia tensione all’addome, sia ridurne il volume».

Iniezioni a base di fosfatidilcolina
Il primo che descrive è l’utilizzo di iniezioni localizzate a base di fosfatidilcolina: «È una sostanza, un liquido, la cui parte attiva è la colina, che è in grado di agire a livello della membrana della cellula grassa, l’adipocita. Come funziona? Attivando un processo che va a sciogliere, a rompere la membrana, facendone uscire il grasso che verrà poi riutilizzato dall’organismo, dal corpo stesso, trasformandosi in elementi più leggeri». L’esperta spiega inoltre che la zona trattata con questa sostanza porta un po’ di gonfiore per qualche giorno.

Venus, la Radiofrequenza da Israele
«Ed è proprio lì che a me piace subito utilizzare un’apparecchiatura israeliana chiamata Venus o Radiofrequenza 4D. Mi piace perché – oltre al fatto che può essere utilizzata da sola, per coloro che hanno paura di fare le punture – va a lavorare completamente tutta la zona, grazie ad un manipolo che ‘raccoglie’ il grasso, per mezzo di un massaggio ultrapulsato, scaldandolo, con una temperatura che più o meno arriva intorno ai 40 gradi. Laddove non arriva l’uomo, arriva la tecnologia, perché non potremmo mai ottenere con un massaggio manuale una tale temperatura».
Aggiunge poi che «lavora talmente bene il grasso, che permette di rimodellare la zona, anche quando la pelle è un po’ lassa. A quella temperatura vi è un’attivazione di fibre di collagene, di fibre elastiche, che ricostruiscono il tessuto dandogli tono ed elasticità».

CoolSculpting, interverire a freddo
E chi non gradisce il caldo? «La soluzione è il CoolSculpting, un’apparecchiatura con brevetto americano, che sfrutta il freddo, la crioterapia. Arrivando a meno 11 gradi, attraverso un manipolo, con un particolare meccanismo che protegge il tessuto, va a sciogliere il grasso, trattando un’ampia zona in poco più di soli 35 minuti».
La dottoressa Dvora Ancona ci parla poi di un altro inestetismo che si può trattare e che riguarda chi, specie nelle persone molto magre, in genere dall’ombelico in giù, tendono a presentare una sorta di pelle cadente, che non si può definire pancia. «La risposta viene dalla radiofrequenza con aghi, di cui abbiamo una vasta gamma, che va a lavorare il tessuto attaccandolo il più possibile alla parte posteriore».

Niente scuse quindi, ma un ventaglio ampio di alternative!

 

 

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