di Paolo Castellano
Il primo novembre è iniziata la sperimentazione del vaccino israeliano anti-Covid. I medici delle strutture sanitarie Hadassah Ein Kerem e Sheba Medical Center in Israele hanno iniettato il preparato ai primi due volontari: Anar Ottolenghi (34 anni) e Segev Harel (26 anni). L’attuale premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rivolto parole di ringraziamento ai due ragazzi, dichiarando che “l’unico modo per uscire dal lockdown sia la creazione di un vaccino“.
«Mi sento bene. Sono emozionato. Voglio incoraggiare quante più persone a partecipare all’esperimento e ad aiutare l’intera popolazione», ha dichiarato Anar Ottolenghi, che vive a Moshav Talim nel Sud di Israele e sta facendo un dottorato in immunologia all’Università Ben Gurion.
L’altro volontario, Segev Harel, ha invece affermato di aver partecipato ai trial per aiutare i medici a porre fine alla pandemia.
«Sono un ragazzo in buona salute e ho la possibilità di dare una mano. Penso che dobbiamo aiutarci per superare questo momento. Se questo è il minimo che posso fare per combattere il virus, perché non farlo?», ha sottolineato Harel, durante un’intervista a Ynet che è stata riportata dal Jerusalem Post.
Parole di approvazione e soddisfazione sono arrivate da Netanyahu che ha dichiarato: «Presto avremo un vaccino israeliano. Per noi l’unico modo per uscire dal lockdown è lo sviluppo di un vaccino».
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Il vaccino è stato sviluppato dall’Israel Institute for Biological Research ed è stato chiamato Brilife.
Anche il ministro della Difesa Benny Gantz ha espresso il proprio ringraziamento ai due volontari: «Oggi è una giorno di ottimismo e cautela». Gantz ha infatti sottolineato che ci vorrà pazienza prima della creazione di un vaccino efficace contro il Covid-19.
In Israele, la sperimentazione umana è iniziata domenica 1 novembre. Attualmente i ricercatori hanno attivato la Fase I che sta coinvolgendo 80 volontari sani di età compresa tra i 18 e i 55 anni. Ogni individuo verrà monitorato per 3 settimane per individuare immediatamente eventuali effetti collaterali. Gli scienziati effettueranno anche delle analisi sullo sviluppo di anticorpi contro il Coronavirus per raggiungere l’immunità dalla malattia.
Quando la Fase I sarà completata, incomincerà quella successiva.
«Abbiamo fatto tutto il necessario per garantire l’incolumità dei volontari», ha specificato Dror Harats, vicepresidente dello sviluppo clinico e della ricerca presso lo Sheba Medical Center.