è il terzo lungome
traggio del regista franco-romeno Radu Mihaileanu, che ora raggiunge anche gli schermi italiani. Questa la storia. In un campo profughi del Sudan una donna cristiana riesce a infiltrare suo figlio tra un gruppo di ebrei etiopi che partono per Israele. Shlomo, come viene chiamato il bambino nella sua nuova patria, trova una famiglia adottiva che non conosce le sue origini cristiane. Crescendo Shlomo sarà alla ricerca di una nuova identità, lacerato tra lambizione di appartenere alla società israeliana e il desiderio di non tradire le proprie radici, angosciato dalla paura che qualcuno scopra la sua menzogna e nello stesso tempo ansioso di restare fedele al suo passato. Le vicissitudini di Shlomo sono in parte anche quelle vissute dalle migliaia di ebrei etiopi giunti in Israele a partire del 1977 in diverse operazioni organizzate di salvataggio organizzate da Israele. Il film ripercorre la storia del ragazzino, dai suoi primi passi in Israele fino alla giovinezza, quando riesce a trovare un compromesso tra i diversi pensieri che compongono la sua personalità. Sullo sfondo del racconto individuale, si svolge la Storia con la S maiuscola. Guerra e politica, incontri e scontri etnico-culturali tra le diverse comunità, conflitti tra religiosi e laici, la realtà dIsraele appare in tutta la sua complessità.
Linteresse di Radu Mihauleanu per gli ebrei etiopi nasce da un incontro casuale a Los Angeles con uno di loro. La drammatica storia di questuomo, simile a quella di altre migliaia di persone che hanno patito la fame e le malattie aspettando per mesi nei campi profughi del Sudan larrivo degli israeliani, perso familiari e amici durante il loro esodo e dovuto affrontare grandi difficoltà per inserirsi in una società completamente diversa da quella di provenienza, aveva profondamente colpito il regista, che aveva così deciso di portarla sul grande schermo. Per Shlomo linserimento era stato però ancora più difficile rispetto a quello di un uomo adulto. Separato dalla madre, si era trovato straniero tra gli stranieri e la sua ricerca identitaria era stata doppiamente complessa.
Il tema dellesilio e dellidentità è sempre stato caro a Radu Mihaileanu. Ebreo romeno partito giovane dal suo Paese per sfuggire alla dittatura di Ceaucescu, era arrivato in Israele per poi proseguire per la Francia, dove ha studiato cinema e ha lavorato come assistente di diversi registi. Come nel suo precedente film Treno di vita anche in Vai e vivrai, Radu Mihaileanu non dimentica di aggiungere ai drammi un tocco dumorismo, giusto quella dose che aiuta a sopportare meglio i tormenti della vita.
Uscito già da tempo in Francia oltre che in altri Paesi, Vai e vivrai è stato accolto con entusiasmo dai critici cinematografici e dagli spettatori ed è stato già visto da circa mezzo milione di spettatori.
Vai e vivrai,
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