di Rossella De Pas
“Affittasi monolocale zona ghetto: oggi è facile trovare un cartello simile a Venezia, ma si sarebbe potuto trovarlo anche nella Venezia del ‘500”.
Con queste parole Eugenio De’ Giorgi, autore ed unico interprete dello
spettacolo, accoglie il pubblico e lo conduce attraverso la vita del ghetto di Venezia dalla sua “nascita” nel 1516 per mano del consiglio della Serenissima alla sua “morte” nel 1796 con l’arrivo delle truppe napoleoniche.
La rappresentazione si sviluppa “a episodi” in ordine cronologico, così da ricostruire un quadro storico della persecuzione, tanto religiosa quanto socio – culturale, che gli ebrei hanno subito a Venezia: De’ Giorgi presenta le storie ed i protagonisti delle varie scene, che poi riproduce in modo esilarante, dando vita a macchiette divertentissime.
Passando dal dialetto veneto, al tedesco, allo spagnolo ecco emergere la varietà della popolazione ebraica veneziana che, radicata nelle proprie differenze, è riuscita a convivere all’interno del ghetto: fra i personaggi ricordiamo Leone da Modena, il più famoso e discusso rabbino veneziano, “la bella ebrea” Sara Copio Sullam ed il profeta Nathan di Gaza, che a Venezia si spacciò per il falso Messia Shabbatai Zvi.
Con l’ultima scena si arriva all’apertura delle porte del ghetto e alla ritrovata libertà, che sarà di brevissima durata: i Francesi cedono Venezia agli Austriaci e gli ebrei veneziani fanno parte del “pacchetto regalo”.
“E così la storia continua e ai vecchi dominatori si sostituiscono i nuovi, e per il popolo ebraico verranno tempi ancora più duri, ma quegli anni del Ghetto rimasero nella memoria come i più straordinari della cultura di questa città unica e meravigliosa: Venezia!”
Al Teatro Blu di Milano fino al 6 Febbraio.