Prosegue fino al 25 maggio al Teatro Arsenale di Milano il progetto con cui Luca Fusi ha reinterpretato e diretto, dopo oltre 60 anni dalla stesura, il celebre e drammatico romanzo/saggio di Primo Levi Se questo è un uomo.
Scritto dal grande intellettuale torinese dopo il suo ritorno da Auschwitz, il testo rimane tuttora tra i più sconvolgenti della letteratura italiana per la sua struggente potenza, rimasta viva e toccante, di “cronaca” personale e di saggio storico.
Dapprima rifiutato dagli editori, Einaudi compresa, per timore di diffondere un’immagine troppo negativa in un’Italia già provata dal dopoguerra, il manoscritto viene accettato inizialmente dalla piccola casa editrice De Silva, incontrando scarso successo ma ricevendo l’elogio di Italo Calvino, che diverrà poi amico di Primo Levi e fermo sostenitore di tutta la sua produzione letteraria.
Nel progetto teatrale, Luca Fusi ha mantenuta intatta tutta la forza narrativa creata da Levi, rappresentando, in una sorta di rito, la visione originale dello scrittore, che ritrae con distaccata freddezza e con quella razionalità ricca di dettagli derivante dal suo background scientifico, l’orrore del campo di sterminio ma soprattutto dello spaventoso meccanismo che in esso impera.
Il risultato è un resoconto storico preciso e nitido, in cui è percepibile, nella vivace immediatezza caratteristica della letteratura di Levi, il messaggio scioccante che rammenta all’uomo la facilità con cui viene meno al rispetto verso la vita dell’altro, lasciandosi trascinare in una follia omicida e distruttiva di ogni valore.
L’esperienza dello scrittore ad Auschwitz coglie e descrive non solo la violenza sadica e dominante dei nazisti, ma anche l’effetto distruttivo del lager verso la dignità dell’uomo il quale, mosso unicamente dalla lotta per la sopravvivenza, dimentica l’amicizia, la speranza, la pietà, arrivando a scegliere una, se pure inutile, temporanea collaborazione con il nemico alla solidarietà con i compagni di prigionia.
Nello spettacolo di Fusi, alle parole di Levi si contrappone il coro dei “fantasmi” rappresentati dai compagni dell’autore nel suo viaggio di ritorno dalla prigionia, evocanti le immagini e i ricordi che ricostruiscono l’intera narrazione, dalla cattura alla liberazione del campo.
Al pianoforte, Luca Rampini accompagna il testo, talvolta interagendo con le parole, talvolta creando momenti di attesa e di tensione, in cui gli spettatori sono chiamati a riflettere sul racconto di Levi, evitando ciò che l’autore, forse, più di tutto temeva: l’assuefazione all’orrore causato dall’uomo.
Teatro Arsenale – Via Correnti 11, Milano
Se questo è un uomo, di Primo Levi; un progetto di e con Luca Fusi
Fino al 25 maggio
Biglietti: 16 Euro
Prenotazioni: 028321999