Il Cinema Beltrade, in collaborazione con Boudu Distribuzione, accoglierà in sala venerdì 12 settembre alle ore 21.30 il grande regista Amos Gitai per la proiezione del suo nuovo film, Ana Arabia. In sala Gitai commenterà il film con il pubblico insieme a Luca Mosso, giornalista e critico cinematografico.
In quest’ultimo lavoro, presentato a Venezia nel 2013, Gitai prova a raccontare la possibilità di uscire dagli stereotipi e dai soliti cliché morali annidatisi intorno al conflitto israelo-palestinese attraverso un unico teso e lucido piano sequenza che propone una diversa prospettiva, circolare e coesa, di convivenza.
Regista che da sempre sa come far parlare le immagini, Amos Gitai, in questo ultimo lavoro più che mai, fa sì che il respiro stesso delle cose, lo scorrere lento del tempo sulle vite delle persone e sui luoghi, crei un quadro parlante significativo e simbolico di una realtà, di un insieme complesso di sentimenti, idee e speranze. Nitido, lucido ed elegante, Gitai racconta le sue storie attraverso lo sguardo di una giornalista, il cui mestiere è appunto raccogliere e raccontare storie. Entrata in una comunità di ebrei e arabi che hanno scelto di convivere in armonia, Yael, inizialmente attirata dall’idea di uno scoop, è sorpresa e lentamente affascinata e coinvolta da ciò che trova. Come lei, diventiamo testimoni, stiamo in ascolto e pur nella distanza siamo toccati da un mondo sconosciuto che, alla fine del film, rimane con noi regalandoci un punto di vista positivo sulla possibilità e la responsabilità di costruire la pace dal basso, e non solo in Israele. Ispirato alla vita di una comunità realmente esistente, il film mette sul piatto problemi umani, sociali ed economici con semplice essenzialità, narrando come attraverso una parabola dove risieda la soluzione: nell’intimo di un sentimento d’amore vissuto con coerenza, coraggio e responsabilità.
Amos Gitai (n. 1950) ha al suo attivo una lunga e varia carriera dedicata non solo al cinema, ma anche al teatro e alla letteratura, nella quale esplorato in particolare i temi dell’identità politica, culturale e religiosa degli abitanti di Israele e i problemi legati alla creazione dello stato israeliano. I suoi film mettono spesso in scena personaggi passionali e inquieti, ma danno vita a storie rese taglienti e asciutte grazie all’ironia e allo sguardo essenziale, a volte semi-documentaristico e mai incline al pietismo e alla retorica. Un suo tratto distintivo è la costante sperimentazione linguistica alla ricerca di una modalità espressiva adeguata alla materia narrata.
Fra i suoi numerosi film ( oltre 80 in 41 anni di attività): Berlin-Jerusalem (1989), Golem – l’esprit de l’exil (1992), Golem – le jardin pétrifié (1993), Devarim (L’inventario, 1995), Yom yom (Giorno per giorno, 1998), Kadosh (1999), Kippur (2000), Eden (2001), Kedma (Verso Oriente-Kedma, 2002), Alila (2003); Promised Land (2004); Free Zone (2005), Désengagement (Disimpegno, 2007); Plus tard tu comprendras (2008); Carmel (2009). Ha anche collaborato al film collettivo 11′ 09′′01 ‒ September 11 (2002; 11 settembre 2001), con un episodio caratterizzato, come Ana Arabia, da un unico lungo piano-sequenza. Ha diretto numerosi documentari tra cui News from Home/News from House (2006).
ANA ARABIA
Un film di Amos Gitai, 81’, Israele-Francia 2013
con Yuval Scharf, Yussuf Abu Warda, Sarah Adler, Assi Levy, Uri Gavriel.
Produzione: Hamon Hafakot, Agav Hafakot, Agav Films
Distribuzione: Boudu
v.o. con sottotitoli in italiano