Arturo Schwarz racconta in queste pagine il suo essere “anche” ebreo. evidenziando come questo forte senso di appartenenza rafforzi le sue convinzioni in un´epoca sopraffatta dall´irrazionalità, dall´egoismo, dallo sfruttamento, dalla svalutazione dei sentimenti, dove le fondamenta dell´ebraismo riescono a riportare alla luce i valori indissolubili, e purtroppo oggi ignorati, dell´esistenza. Scegliendo come punto di osservazione l´”Etica”, l´immensa opera di Baruch Spinoza, in cui la visione unitaria dell´esistente diviene base alle tre massime aspirazioni del vivere, l´esigenza di libertà e di felicità e la brama di assoluto, Arturo Schwarz ci conduce in un viaggio affascinante, sorprendente e rivelatore, addentrandosi nell´intrico delle tradizioni ebraiche e dei testi sacri, e toccando ogni luogo dell´esistenza.
Si parte, innanzitutto, con il rifiuto dell´autorità inteso anche come rifiuto dei dogmi e dell´intermediazione tra umano e divino, concetto legato all´anarchia e al pensiero di Gautama Siddharta. Proseguendo, incontriamo la brama di conoscenza, già rivelata nella ricerca alchemica, e la conoscenza interiore come preludio alla conoscenza del divino, percorso ripreso anche nella fede induista. Il rispetto totale di ogni ideologia e di ogni visione del divino rappresenta il punto di forza e di distinzione dell´ebraismo, che non discrimina e non opprime alcun pensiero, ma lo accetta e ne comprende il valore morale. L´assoluta e indiscutibile brama di giustizia viene presentata non come valore aggiunto ma come dovere e stile di vita, dove l´uguaglianzarappresenta la guida immancabile ad ogni altra virtù, una giustizia che inevitabilmente si lega al valore della memoria storica, non solo come celebrazione ma come indispensabile lezione di vita.
Non mancano i riferimenti al rispetto dell´ambiente, della natura, della terra, e di ogni essere vivente, rammentando come le sacre scritture dimostrino da millenni il legame tra problemi ecologici e temi sociali. Il diritto alla felicità ed al benessere come condizione irrinunciabile per ognuno, senza distinzione alcuna, trova il suo compimento più elevato nella celebrazione univoca ed assoluta dello Shabbat, e, infine, la valorizzazione della donna, considerata sia come identità femminile e necessaria del divino, sia come personalità intellettualmente elevata ed indispensabile al raggiungimento della completezza cui aspira l´essere umano, in un processo dove il desiderio, l´amore carnale, la sensualità, la soddisfazione sessuale, assumono un valore profondo, tale da trascendere la semplice fisicità dell’atto.
Un vero rivoluzionario, scrive Giuseppe Laras nella prefazione, è colui che possiede il coraggio di ribaltare le convenzioni, le ideologie conformiste e spesso false, svelandone l´insufficienza senza esitazioni o remore, mediante una profonda analisi. A conferma della dichiarata anarchia di Arturo Schwarz, intesa come il rifiuto di ogni autorità ed imposizione prevaricante, proprio della cultura ebraica, Giuseppe Laras rammenta inoltre il midrash secondo il quale Dio, prima di donare la Torah al popolo d´Israele, l´avrebbe offerta a tutti gli altri abitanti del mondo, ricevendo, per motivi pratici o etici, il loro rifiuto: solo il popolo ebraico l´accettò, assumendosi, nella completa libertà dell´osservanza, l´impegno di far precedere sempre l´azione alla teoria, ed esaltando il senso concreto della vita, l´educazione al rispetto e il dovere dell´ottimismo. Una filosofia di vita immune da esclusivismi e da barriere da barriere etiche, o etniche, alla quale, a mio avviso, tutti potrebbero, e dovrebbero, trarne ispirazione.
Arturo Schwarz è nato ad Alessandria d´Egitto nel 1924. Laureato in scienze naturali ad Oxford e in filosofia alla Sorbona, è poeta, scrittore, collezionista d´arte, ed è tra i maggiori esperti di Cabbalà e alchimia. Ha insegnato in atenei americani, israeliani e alla Sorbona di Parigi.
Schwarz, Arturo, Sono ebreo, anche. Riflessioni di un ateo anarchico, Editore Garzanti, pp. 112, euro 10,00
(www.voceditalia.it)