E stata la prima volta in 47 anni di carriera: i berlinesi lhanno amata e lei ha ricambiato il loro affetto. Già tre anni fa la star aveva declinato linvito, ma quando questa volta finalmente è arrivata, la folla nel teatro tutto esaurito lha accolta con giubilo, e gli orchestrali che lavrebbero accompagnata si sono associati alla festa levando in aria i violini e gli ottoni.
La Streisand non ha rilasciato interviste né ha spiegato i motivi per cui in passato non aveva mai voluto recarsi in Germania. Piuttosto ha parlato delleredità culturale tedesca, ricordando Beethoven, Brahms, Bach, Wagner, Mendelssohn e Einstein. Perché ho tardato così tanto a venire? In ogni modo vi ringrazio tutti per avermi aspettato.
Non è mancata una visita privata al Museo Ebraico. Fra le cose che più lhanno colpita, un pianoforte a coda appartenuto a una ebrea tedesca, Helga Bassel, che laveva spedito Sudafrica riuscendo poi a sfuggire ai nazisti nel 1939. Il piano fu poi donato al Museo dalla figlia. Quando le hanno raccontato questo episodio, la Streisand si è seduta al piano e ha suonato un brano che aveva composto lei stessa. Pubblico non ce nera, ma è stato un momento di grande suggestione.