Cannes 2023: Rapito di Marco Bellocchio e i film sull’Olocausto e gli orrori del nazismo che lasciano il segno

Spettacolo

di Marina Gersony
Il 76º Festival di Cannes è attualmente in corso, con la sua prestigiosa passerella sulla Croisette che ha attratto una miriade di star di fama internazionale. Tra i volti noti presenti ci sono Johnny Depp, Leonardo DiCaprio, Robert De Niro, Natalie Portman e Scarlett Johansson. Ma non sono solo gli attori hollywoodiani a rubare la scena, poiché tre film italiani sono in lizza per la prestigiosa Palma d’oro, tra cui Rapito, diretto dal grande regista Marco Bellocchio.

Rapito, che arriverà nei cinema il 25 maggio, trae ispirazione dal libro di Daniele Scalise intitolato Il caso Mortara (Mondadori; disponibile su Amazon).

La trama si svolge nel 1858 nel quartiere ebraico di Bologna, dove le guardie pontificie fanno irruzione nella casa della famiglia Mortara per portare via il loro figlio di sette anni, Edgardo. Secondo una domestica cattolica, il bambino, in punto di morte, era stato segretamente battezzato sei mesi prima. Nonostante gli sforzi di personaggi influenti come Napoleone III, Francesco Giuseppe e Cavour, la legge papale richiede che Edgardo riceva un’educazione cattolica. I genitori, disperati, lottano con tutte le loro forze per riavere il figlio, ma la battaglia si trasforma in una questione politica di portata internazionale. Nonostante il sostegno dell’opinione pubblica e della comunità ebraica, il Papa rifiuta di restituire il bambino. Nel frattempo, Edgardo cresce nella fede cattolica, ma diventa vittima dell’intolleranza antisemita. Nel contesto di un’epoca in cui il potere temporale della Chiesa è in declino e le truppe sabaude conquistano Roma, la storia si sviluppa con drammaticità.

La sceneggiatura di Rapito è stata elaborata da Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli, con il contributo di Edoardo Albinati e Daniela Ceselli. La consulenza storica è stata affidata a Pina Totaro. Il cast del film è composto da talentuosi attori come Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Enea Sala nel ruolo di Edgardo Mortara da bambino, Leonardo Maltese nel ruolo di Edgardo adolescente, Filippo Timi e Fabrizio Gifuni. Completano il cast Andrea Gherpelli, Samuele Teneggi e Corrado Invernizzi.

Ma non è solo Rapito a tenere banco a Cannes. Altri due film sul tema dell’Olocausto e degli orrori del nazismo hanno catturato l’attenzione del festival.

Il primo è un film in concorso intitolato The Zone of Interest, diretto dal regista britannico Jonathan Glazer, basato sull’omonimo romanzo di Martin Amis, qui anche sceneggiatore. Lo spettatore viene trasportato direttamente ad Auschwitz, nella casa di una famiglia tedesca che risiede accanto al campo di concentramento. Si tratta della famiglia del comandante di Auschwitz, Rudolf Höss, e di sua moglie Hedwig, che vivono nella «zona d’interesse», l’area immediatamente circostante al complesso di Auschwitz.  La famigliola inappuntabile, con tanto di servitù e privilegi, conduce una vita in apparenza virtuosa e perfetta, all’insegna dello slogan «Kinder, Küche, Kirche» (in tedesco «bambini, cucina, chiesa) in una villetta nel bel mezzo di uno splendido giardino accanto al campo. Impressionante nel film l’uso del suono, rumori inquietanti, sinistri, stridenti, che giungono dal campo vicinissimo e offrono il più eloquente contrasto alle graziose e soleggiate immagini del ben curato ambiente familiare.

Nella sezione proiezioni speciali, Occupied City è un documentario monumentale del regista britannico Steve McQueen che si presenta a un pubblico impegnato come una dettagliata e scrupolosa ricostruzione degli eventi infami che hanno segnato Amsterdam durante l’occupazione nazista nella Seconda Guerra Mondiale. Basato sul libro di Bianca Stigter, Atlas of an Occupied City, Amsterdam 1940-1945, il documentario di McQueen utilizza immagini autentiche scattate nella città per esplorare la storia della sua comunità adottiva durante quei tempi bui. Attraverso una voce fuori campo che guida il pubblico in un viaggio di oltre quattro ore per le strade della capitale, vengono mostrati ritratti toccanti di ebrei di Amsterdam che furono vittime delle persecuzioni e delle deportazioni.

Una scena di ‘Occupied City’