di Roberto Zadik
Sono passati ottant’anni dalla sua nascita, lo scorso 25 aprile e il 16 agosto saranno trentasei dalla sua scomparsa a soli quarantaquattro anni. Eppure di cantautori e artisti come Herbert Pagani che, come lui, abbiano fatto anche i disc-jockey, i disegnatori, i poeti, i pittori e gli scultori, gli scenografi e poi gli ecologisti ante litteram e gli attivisti politici non ce ne sono mai stati.
Dimenticato per troppi anni e indimenticabile per originalità, espressività, audacia e pungente ironia avvolta di sofferente e combattiva profondità, il genio di Pagani salirà sul palco del Teatro Parenti nello spettacolo Per amore dell’amore scritto e interpretato da sua sorella, l’attrice e cantante Caroline Pagani. Una performance versatile e spumeggiante come lui, che in cinque date, dal 14 al 19 maggio, illustrerà al pubblico la complessa e vulcanica personalità artistica e umana di Pagani, filtrata e narrata dalle interpretazioni teatrali e canore della sorella, sottolineando come l’amore fosse per lui un tema dominante, come si evince dal titolo.
Diretto da Giuseppe Marini, scritto, interpretato e prodotto da Caroline Pagani in collaborazione con il Teatro Franco Parenti, accompagnato per la parte musicale dal pianista Giuseppe Di Benedetto, lo spettacolo mescola ricordi di infanzia, immagini e documenti rari e tanta musica, bellezza e arte.
L’amore, i sentimenti e le emozioni più profonde di Pagani saranno al centro dello spettacolo, valorizzandone e “svelando” alle giovani generazioni e non solo, l’immenso contributo artistico espresso specialmente a livello musicale a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta e successivamente in vari linguaggi, dal disegno all’impegno politico. A cominciare dalle sue canzoni più struggenti, splendide Cento scalini, Nostalgia e La mia generazione, per arrivare all’appassionata audacia di componimenti come Arringa per la mia terra, una delle più intense difese di Israele e dell’identità ebraica mai scritte, fino alla Lettera al Colonnello, indirizzata al Colonnello Gheddafi e rievocazione storica assai profonda del complesso legame con la “sua” Libia.
Parole ora sferzanti, ora commoventi, disegni roboanti e visionari alla William Blake che furono la sua prima forma artistica negli anni dell’infanzia parigina, oggetti e rifiuti raccolti dalla spiaggia nel suo impegno ecologico e diventate opere artistiche e molte altre curiosità saranno oggetto di questo spettacolo unico nel suo genere.
“Era da moltissimi anni che desideravo dare un ritratto a 360 gradi della produzione artistica di Herbert” ha raccontato Caroline Pagani “ma finora non ero riuscita a farlo per questioni di tipo produttivo. Si tratta di uno spettacolo assai articolato dal punto di vista tecnico perché comprende una serie di materiali e di contenuti, come videoproiezioni di diapositive e immagini da gestire assieme a musica e recitato. Ho scritto di getto il testo che da molto tempo era dentro di me, durante la pandemia”.
Ma come mai questo titolo Per Amore dell’amore? “Ci sono due motivi ben precisi riguardo a questo titolo – spiega Caroline – Il primo è che, come molti non sanno, quando Herbert ha abbandonato la canzone per dedicarsi totalmente alle arti visive, che sono state il suo primo grande amore, andava nelle spiagge a raccogliere i rifiuti. Sosteneva che questi oggetti abbandonati, come l’amore, non hanno prezzo e per questo hanno un valore inestimabile”. Proseguendo intorno a questo concetto, ha detto: “Questo perché ,come diceva Herbert, l’uomo spesso butta via la parte migliore di sé, perché non gli ‘rende’, non rispetta nessun obiettivo e finalità. Herbert invece raccolse e conservò con grande amore questi oggetti che adorò a tal punto da renderli protagonisti di alcune sue opere artistiche come le Scarpe ritratto“. Spiegando il secondo motivo, l’attrice ha detto che, per Herbert, l’amore fosse importante in ogni sua forma “quello fra amanti, amici, figli, per le città in cui si sceglie di vivere, per le proprie vocazioni, per gli animali e per il riciclo dei rifiuti. Egli ha cantato molto sia l’amore sia la sua mancanza “. Sempre riguardo allo spettacolo ha evidenziato “mi piacerebbe che il pubblico si rendesse conto della bellezza e dell’attualità delle sue canzoni e che chi non lo conoscesse riscoprisse la sua discografia e la sua produzione artistica”.
Nella performance si allude anche a Israele, al quale era legatissimo e al suo rapporto con la sua ebraicità. “Era un ebreo molto attaccato alla propria identità, anche se in una sua lettera scrisse di essere ebreo ma non credente e che creare per lui era la più naturale approssimazione a Dio. In un altro testo scrisse – sempre riguardo al proprio ebraismo – Dio al quale credo, non credo e faccio fatica a credere”. Un rapporto complesso ma molto forte con le sue radici e la sua eredità ebraica, una visione sionista molto evidente, pacifista e idealista. “Andò in Israele per riavvicinarsi alle proprie radici e al dialogo fra popoli”.
Herbert Pagani possedeva una personalità vivace e appassionata ma “estremamente timida e riservata che in scena diventava molto passionale e coraggiosa”. Nello spettacolo traspare anche il carattere magnetico di Herbert che, come ha specificato Caroline Pagani, “era un puro che non cedeva a compromessi e questo emergeva in tutte le forme artistiche che ha affrontato”. In conclusione ha messo in luce di essere legata a ogni sua canzone “non ce n’è una che non mi piaccia” ricordando la sua grande gioia di vivere e il suo amore per la vita espresso nella poesia Per la vita quotidiana e per il mio universo, “una sorta di poesia-manifesto delle sue passioni, con un bellissimo elenco di cose che amava e a un certo punto finisce dicendo di fermarsi perché questa lista potrebbe non finire mai”.
Innovativo, profetico nella previsione del mondo futuro e ora odierno nel suo strabiliante concept album francese Megalopolis, fra i primi che sdoganò in Italia la canzone francese traducendo e riscrivendo i testi di grandi interpreti francofoni come Edith Piaf nel celebre riadattamento Albergo ad ore, capace di scrivere testi e interventi sulle tematiche più varie anche per altri grandi autori come Giorgio Gaber, dall’amore, all’amicizia, al mondo degli animali come nella malinconica Concerto per un cane, all’abbandono nel caso di Porta via, alla forza della parola, una delle sue produzioni più notevoli fu L’erba selvaggia, Pagani e la sua travolgente vitalità ritorna in questo spettacolo che si preannuncia assai emozionante e ricco di sorprese e curiosità. Nella sua carriera Caroline Pagani ha realizzato una serie di spettacoli e collaborazioni importanti rivelandosi talentuosa attrice e cantante e interpretando e scrivendo opere originali come Hamletelia dall’Amleto di Shakeaspeare e Mobbing Dick sul mobbing nel mondo dello spettacolo e collaborando con grandi registi teatrali come Giorgio Strehler e Peter Greenway.