Personale di Gilad Efrat.
Prosegue fino al 21 febbraio 2009 la personale di Gilad Efrat dal titolo Common Place, inauguratasi il 9 dicembre scorso alla galleria d’arte Oredaria di Roma.
L’artista israeliano, ritornato a Roma dopo quattro anni trascorsi prima a Houston come artista residente al Museum of Fine Arts, e successivamente a New York, presenta in questa occasione una serie di recenti lavori pittorici in cui il colore viene sottratto dalla tela dove era stato originariamente steso, creando l’effetto di un disvelamento di strati archeologici.
Il percorso espositivo si compone di tre unità differenti ma legate tra loro in maniera complementare, iniziando lungo il corridoio, dove alcune piccole scimmie sembrano fissare lo spettatore, disorientandolo. Dopo questa visione, che produce, allo sguardo, un effetto alienante, compaiono i paesaggi lunari, remoti e deserti, aumentando, oltre alla sensazione di straniamento, la percezione dell’assenza: sabbia, pietre, superfici sassose e irregolari, aride e prive di tracce che possano conferire loro un passato, un futuro o un presente.
Uno spazio privo di concretezza e di stabilità, lontano da qualsiasi atmosfera riconoscibile, dove la totale assenza di un soggetto rende impossibile ricostruire una storia o un’identità, consentendo solo la contemplazione.
Al termine del percorso, il lacerante senso di introspezione provocato dalle visioni lunari viene amplificato dall’immagine del carcere di Ansaar, testimonianza di uno spazio reale ma inteso a rappresentare le nostre prigionie mentali.
Oredaria Arti Contemporanee – Via Reggio Emilia 22/24 – Roma
Martedì/sabato ore 10-13 e 16-19.30