Ewan McGregor sceglie Philip Roth per il suo debutto alla regia

Spettacolo

di Stefania Ilaria Milani

mcgregorSeguendo l’esempio dei colleghi Jolie e Crowe, Ewan McGregor, attore scozzese già acclamato da critica e pubblico per i suoi ruoli in “Trainspotting” – “Sogni e delitti” di Woody Allen e “L’uomo nell’ombra” di Polański, ha annunciato che prossimamente debutterà alla regia con il nuovo “American Pastoral“. Sarà il primo adattamento cinematografico di “Pastorale Americana“, il romanzo firmato Philip Milton Roth, diventato ormai classico della letteratura statunitense e Premio Pulitzer nel ‘98.

Secondo quella che era la scelta originaria, al timone della camera doveva starci l’australiano Phillip Noyce (suo “Il collezionista di ossa”), tuttavia, dopo aver abbandonato il progetto a causa di un’incompatibilità rispetto a ulteriori impegni, il testimone è stato passato al cocco di Danny Boyle. Nel cast, pure Jennifer ConnellyDakota Fanning.

«Il talento di Ewan va ben oltre le sue performances attoriali e siamo felicissimi di lavorare con un regista che condivide la nostra stessa passione nel narrare Pastorale Americana”», ha dichiarato il presidente della Lakeshore Entertainment Tom Rosenberg, che produce la pellicola con il sostegno di Gary Lucchesi.

E, in realtà, erano più di 10 anni che la società Lakeshore, produttore anche di altri due lungometraggi d’ispirazione rothiana (“La macchia umana del 2003, con Anthony Hopkins – Nicole Kidman – Ed Harris, diretto da Robert Benton e “Lezioni d’amoredel 2008, diretto da Isabel Coixet, basato su “L’animale morente”, con Ben Kingsley – Penélope Cruz – Dennis Hopper), combatteva per tradurre in immagini la vita dello “Svedese”.

Così, invece, replica il protagonista di “Big fish” in un comunicato stampa: «È un privilegio enorme poter mettere le mani, assieme alla Lakeshore, sull’incredibile libro di Roth. Desidero dirigere da tanti anni, ma ho preferito aspettare finché non avessi trovato una storia che valeva davvero la pena raccontare e leggendo questo script mi sono finalmente reso conto di averla trovata. Mi appresto alla sfida dell’essere sia dall’una che dall’altra parte della macchina da presa, soprattutto sapendo che lo farò con attrici del calibro di Jennifer e Dakota.»

Sebbene le riprese di “American Pastoral”, la cui sceneggiatura sarà opera di John Romano, cominceranno a Pittsburgh, Philadelphia, nel mese di settembre, non dovremo aspettare ancora molto prima di rivedere McGregor sul grande schermo. Proprio durante questi giorni, infatti, lo si può ammirare nelle sale con “Mortdecai, mentre il 4 settembre 2015 uscirà il western “Jane got a gun, diretto da Gavin O’Connor, in cui torna al fianco della Premio Oscar Natalie Portman dopo aver girato assieme la saga di “Star Wars”.

Nota bene: McGregor non è affatto ebreo, basti sapere che vestirà i panni di Gesù in “Last Days in the Desert“, imminente lavoro di Rodrigo Garcia (figlio del Premio Nobel per la Letteratura nel 1982, Gabriel Garcia Marquez) incentrato sulle tentazioni vissute nel deserto dal Nazareno e, dunque, sul suo rapporto col Diavolo. Comunque, considerati i successi ottenuti ad ogni livello dell’industria dello spettacolo, a partire dai flicks indipendenti sino a blockbusters come “Moulin Rouge“, è certo che il capolavoro di Roth sia in ottime mani.

Il romanzo

Pastorale americana” è uno dei più celebri romanzi scritti da Roth, tanto celebre che nel 2005 finì al 52° posto della All-Time 100 book list redatta da Time Magazine.

Pubblicato nel 1997 e primo di una trilogia alla quale appartengono “Ho sposato un comunista” e “La macchia umana”, il libro ci racconta attraverso la suadente cornice di un ritrovo di ex alunni del Liceo e la biografia curata dall’alter-ego dell’autore, Nathan Zuckerman, la storia di Seymour lo Svedese” Levov. La storia di un ebreo ashkenażita nativo di Newark, adone e idolo sportivo, –issimo in tutto ciò che gli capita e che è giusto fare. Dal matrimonio con Miss New Jersey, passando per la fabbrica di guanti di pelle che eredita dal padre. La storia, in fondo, di chi ha creduto al grande American Dream: vivere una vita conformemente perfetta all’ombra dell’ultimo sole di plastica. Quindi bella casa, bella moglie, bella famiglia, bella posizione sociale. Peccato che essere destinati al trionfo o mettercela tutta, in questa realtà disgraziata, non sia sempre sufficiente per riuscire a stare a galla. E nel caso di Seymour Levov, l’illusione verrà fatta saltare da una bomba, che la figlia adolescente Merry impiega per distruggere non solo un emporio e un ufficio postale, ma anche i valori che l’universo a stelle e strisce si ostina a esportare nel mondo: il capitale, il consumismo, le diseguaglianze, la guerra.

Senza mai scadere nel luogo comune, piuttosto con una fine tecnica di scomposizione e evocazione, “Pastorale americana” analizza psicologicamente tre generazioni di pseudo-immigrati in tre tempi, Paradiso ricordatoLa cadutaParadiso perduto. E lo fa con sincera compassione. Perché contro il lato oscuro delle nostre esistenze, contro le bugie che ci si dice per continuare a sognare, solo D. può.