di Marina Gersony, Ilaria Myr, Michael Soncin, David Zebuloni
In giorni in cui siamo obbligati a stare in casa per evitare il contagio da Coronavirus, che cosa c’è di meglio che guardare serie tv e film? Per emozionarsi, divertirsi o anche accrescere le proprie conoscenze: sulle varie piattaforme web non c’è che l’imbarazzo della scelta, anche per quello che riguarda i temi di cui si occupa Mosaico.
Produzioni israeliane, film storici, o soggetti a forte carattere ebraico: fra nomi più e noti e altri meno, qui una nostra selezione di serie tv e film che pensiamo possano fare passare il tempo in modo piacevole.
SERIE TV
‘Fauda’
Colosso cinematografico sbarcato su Netflix nel 2016, Fauda è una delle serie televisive israeliane più viste di sempre. Il genere è quello dell’azione, dove spari ed esplosioni sono all’ordine del giorno. I due protagonisti assoluti sono un’unità speciale dell’esercito israeliano che opera a Gaza travestita da civili palestinesi e un gruppo di terroristi di Hamas. Fauda mette d’accordo tutti: ebrei e arabi, israeliani e palestinesi. E perché? Semplice, tutti si riconoscono nei suoi personaggi e nel loro conflitto secolare. Gli israeliani che combattono per legittima difesa e i palestinesi che combattono per riappropriarsi di ciò che credono esserli stato sottratto. Chi abbia ragione rimane un enigma, un po’ come il famoso quesito “è nato prima l’uovo o la gallina?”. Una cosa sola è certa: a Fauda i colpi di scena non mancano mai. (D.Z.)
‘Homeland’
Nella coinvolgente serie televisiva statunitense Homeland – Caccia alla spia, sviluppata da Howard Gordon e Alex Gansa e basata sulla serie tivù israeliana Hatufim (creata da Gideon Raff), uno dei personaggi principali è il mitico Saul Berenson, capo della divisione CIA impegnata in Medio Oriente nonché mentore dell’agente Carrie. Saul è intelligentissimo, talvolta agisce ai confini della legalità pur di raggiungere i suoi obiettivi ed è profondamente legato alla sua identità ebraica che emerge qua e là in diversi episodi. Il ruolo di Saul è interpretato Mandy Patinkin, fantastico attore nonché pluripremiato cantante yiddish che ha ricoperto, tra gli altri, il ruolo di Avigdor nel film Yentl, diretto da Barbra Streisand. (M.G.)
Orange is the New Black’
Sono ormai un cult i riferimenti ebraici IN Orange Is the New Black, serie Netflix sulle vicende di alcune detenute del carcere di Litchfield che ha appassionato milioni di spettatori. Uno fra tutti l’episodio dove, per ridurre i costi, la direzione decide di rifilare alle detenute pasti preconfezionati. Piuttosto che ingurgitare quelle pappe disgustose, le prigioniere decidono di spacciarsi per ebree e pretendere pasti kosher. Tra le sedicenti o aspiranti ebree, Cindy Hayes – detta anche “Black Cindy” – è la più determinata. Pretende pollo kosher e decide di chiamarsi Tova. A quel punto anche le altre scoprono un’improvvisa passione per l’ebraismo e rivendicano lo stesso diritto. La cosa insospettisce la direzione che convoca un rabbino (Rent-a-Rabbi) per distinguere le ebree autentiche dalle fake jews. Esilaranti i dialoghi per convincere il rabbino. (M.G.)
‘Quando gli eroi volano’
Serie televisiva israeliana basata sull’omonimo libro di Amir Gutfreund, Quando gli eroi volano è uno degli altri grandi successi di Netflix nel 2019, nonché vincitrice del premio come miglior serie tv alla prima edizione di Canneseries. La trama vede come protagonisti un gruppo di ex soldati israeliani che intraprendono un lungo viaggio per il Sud America alla ricerca di un’amica che ritenevano morta da nove anni, dopo che una sua foto è stata pubblicata per caso su un giornale locale. Quando gli eroi volano è una delle più importanti e costose produzioni cinematografiche israeliana. Anche qui, come in gran parte delle serie tv israeliane, lo stile è ben definito: dramma, azione e un amore impossibile. A catturare l’attenzione dello spettatore, tuttavia, non sono le scene d’azione, bensì quelle che raccontano le gravi cicatrici morali riportate dai protagonisti in seguito al loro servizio militare. Per la prima volta, infatti, una serie tv israeliana tratta un argomento sensibile come quello del post-trauma che vivono i soldati che hanno combattuto in guerra. (D.Z.)
‘Shtisel’
Cosa dire di Shtisel, fortunata serie Netflix che racconta la vita quotidiana, i sentimenti e le emozioni di una vivace famiglia immaginaria haredi nel quartiere ultra-ortodosso a Geula, Gerusalemme? Chi non l’ha visto corra subito ai ripari, chi già la conosce può sfruttare il periodo di quarantena per rivedere questo piccolo e prezioso capolavoro nella storia delle serie tivù che ha sedotto anche gli spettatori di solito poco appassionati a questo genere di temi. Grandiosi gli attori, tra cui un immenso Dov Glickman nel ruolo del rabbino Shulem Shtisel, insegnate nella yeshiva locale, uomo coltissimo, sarcastico e imbevuto di un formidabile mix di cinismo e religiosità. La serie è stata creata da Ori Elon e Yehonatan Indursky. Tra donne dal cervello fino e figli ribelli come a Kive (Michael Aloni), ingenuo, ironico, finto-imbranato e in perenne conflitto con il padre, la serie apre una finestra innovativa sul mondo di una comunità vista talvolta con la lente del pregiudizio. E che invece ci regala nuove ed emozionanti sorprese. (M.G.)
‘The Spy’
Una delle perle che Netflix ha regalato ai suoi utenti nel 2019 è senza dubbio la miniserie The Spy, che vede come protagonista Sacha Baron Cohen nelle vesti dell’agente del Mossad Eli Cohen. E la storia di Cohen ha davvero dell’incredibile. Una spia israeliana che negli anni ’60 si infiltrò nei più alti ranghi del governo siriano per passare al Mossad delle informazioni talmente importanti da influenzare le decisioni politiche ed economiche dell’intero Medio Oriente. La fine che fece Cohen fu tragica: venne scoperto e giustiziato a morte in Siria. The Spy getta luce su una storia da molti dimenticata, fino ad oggi ritenuto uno dei più grandi successi e al contempo fallimenti dell’intelligence israeliana. A gettare ombra sulla miniserie tv è invece la moglie di Eli Cohen, Nadia, che ha commentato l’opera cinematografica definendola “squallida e piena di falsi storici”. A detta di Nadia, infatti, The Spy non rende abbastanza onore al suo rimpianto marito. (D.Z.)
‘Un Bravo poliziotto’
Una serie israeliana assurda, talmente assurda che sfiora il trash. Ma se avete voglia di ridere in modo crasso questa è la serie che fa per voi. Racconta le vicende di Danny, un onesto e ultra zelante agente di polizia che s’impegna al massimo sul lavoro, mentre deve vedersela con i genitori litigiosi e i colleghi incompetenti. Meravigliosa la figura del padre, ‘chah-chah’ (coatto) israeliano di prima categoria. Per non pensare a niente se non a ridere. Su Netflix. (I.M.)
‘The Marvellous Mrs. Maisel’, 3° stagione
Alla sue terza stagione, è un’immancabile serie The Marvellous Mrs. Maisel, la serie Amazon su Prime Video creata da Amy Sherman e Daniel Palladino che ha fatto il pieno di Emmy e Golden Globe. Continua dunque la vita pirotecnica e insolita della deliziosa Midge Maisel (Rachel Brosnahan) nella New York frizzante dei Fabulous Fifties. Il cast comprende Rachel Brosnahan, Tony Shalhoub, Marin Hinkle, Michael Zegen… Tra le new entry, la figlia di Alberto di Monaco e nipote di Grace Kelly, Jazmin Grace Grimaldi.
The Marvellous Mrs Maisel, terza stagione, trailer ufficiale Amazon Prime Video
FILM
Sulle diverse piattaforme online ci sono anche molti film, vecchi e nuovi, da vedere o rivedere.
‘Non tutte le sciagure vengono dal cielo’
Se state pensando di replicare il cinema a casa vostra a scoppiettii di pop-corn, prestate attenzione a che non vi vadano di traverso, perché questo film, disponibile su Netflix, vi farà soffocare dalle risate. Complice di tanto ridere è la signora Wolkenbruch, la mamma di Motti, un giovane studente ebreo ortodosso, al quale nessun shiddukh a lui proposto sembra andar bene. Sfortuna della sorte finirà per innamorarsi follemente di una shiksa, scatenando le ire funeste della madre, che Motti cercherà senza successo, di tenere a bada, fingendo di frequentare – in comune accordo – Michal, la ragazza di uno dei tanti appuntamenti che gli saranno proposti. Tutto quello che Motti vivrà, sarà già predetto dalla signora Silberzweig, la cartomante, cliente dell’azienda assicurativa di suo padre, il signor Moishe, il quale ha un temperamento ben più mite rispetto alla moglie. Un film divertente diretto da Michael Steiner e ambientato tra la Svizzera e Israele, condito da accenti che vanno dall’ebraico allo yiddish. (M.S.)
‘La verità negata’
È pazzesco che al mondo ci siano persone capaci di negare le terribili nefandezze dell’Olocausto, eppure questo si è verificato in passato, succede anche ai giorni nostri, e avverrà anche in futuro se non continueremo a tener alta la guardia contro il negazionismo e la manipolazione della Shoah. Uno dei modi migliori per capirlo è un avvenimento storico, quindi realmente accaduto e scrupolosamente narrato in questo film, ambientato negli anni novanta, disponibile su Google Play, tratto dall’omonimo libro “La verità negata”, la cui scrittrice Deborah Lipstadt è magistralmente interpretata dall’attrice Rachel Weisz. La Lipstadt, docente nota per i suoi studi sull’ebraismo dell’Olocausto verrà citata in tribunale dallo storico britannico David Irving, dopo aver pubblicato il libro appena citato, dove lo accusa di “essere un bugiardo e mistificatore della storia”. Sarà una dura battaglia quella contro Irving, un falsario dei terribili affreschi della seconda guerra mondiale, che gode la fama di storico prestigioso, particolarmente nel club degli “intellettuali” d’Inghilterra, ma una battaglia che come vedrete, varrà la pena di esser combattuta. (M.S.)
‘The Red Sea Diving Resort’, il salvataggio degli ebrei etiopi
Diretto da Gideon Raff (regista anche di ‘The Spy’) e basato su fatti reali, da non perdere The Red Sea Diving Resort, thriller coinvolgente e toccante anche questa volta targato Netflix. Dopo un solo passaggio in sala all’interno del San Francisco Jewish Film Festival, il film è ora disponibile in streaming. La vicenda si ispira a una missione di salvataggio (nota come Operation Brothers) di migliaia di ebrei etiopi portati in Israele in un’audace missione che coinvolse un falso villaggio di vacanze aggirando con furbizia le varie fazioni del governo sudanese e le bande feroci sul territorio. (Il fratello dell’attivista etiope che ha contribuito a dare il via all’operazione, spera che il nuovo film di Netflix aumenti l’autostima di una comunità non sempre accettata ancora oggi). In un albergo gestito dal Mossad che fungeva da copertura, tra il 1979 e il 1984, i rifugiati sono stati radunati per poi essere trasportati clandestinamente in Israele. Nel cast figurano Chris Evans, Michael K. Williams, Ben Kingsley, Haley Bennett, Michiel Huisman, Alessandro Nivola, Greg Kinnear.
‘The Red Sea Diving Resort’, trailer ufficiale Netflix.
Qui il recente intervento a Milano di una degli agenti che parteciparono alla missione.
‘Woman in gold’
Uno splendido film del 2015 basato su una storia vera, assolutamente da vedere o rivedere, con una meravigliosa Helen Mirren. Una storia d’amore, una restituzione di un quadro che le appartiene di diritto, strappatole durante il periodo nazifascista ed esposto illegalmente presso un famosissimo museo. È la storia di Maria Altman, e dell’opera d’arte, dipinta dal grande pittore viennese Gustav Klimt, che ritrae sua zia Adele. Maria Altman scampata alla deportazione da parte dei tedeschi, troverà “vita nuova” col marito negli Stati Uniti, dove soffrirà dal forte senso di colpa per non esser riuscita a salvare i tanto adorati genitori. Ella cercherà in seguito di rendere giustizia combattendo per quasi un decennio contro il governo austriaco, così restio, a darle ciò che le spetta di diritto. Una vicenda quella della restituzione delle opere d’arte trafugate dai nazisti che ancor oggi nel 2020 è ancor irrisolta e piena d’insidie legali e burocratiche, in parte o forse del tutto strumentalmente volute. Disponibile su Apple Tv. (M.S.)
‘Maktub’
Un film poetico ed esilarante allo stesso tempo, nonché il film di maggiore incasso in Israele dal 1986. ‘Maktub’ (‘Così è scritto’) ce parla di Steve (Guy Amir) e Chuma (Hanan Savyon), due piccoli criminali che dopo essere diventati i soli superstiti di un attentato terroristico a Gerusalemme decidono di redimersi e di aiutare il prossimo. A tal fine, sbirciano ciò che le persone scrivono nei bigliettini sul Muro del Pianto e ne diventano gli angeli custodi.
‘Operation Finale’
E’ un chiaro esempio di trasposizione cinematografica di un episodio storico non particolarmente riuscito. Diretto da Chris Weitz, questo film Netflix narra la vera storia dell’agente del Mossad Peter Malkin (Oscar Isaac), che con il suo team catturò in Argentina il criminale nazista Adolf Eichmann (Ben Kingsley), e il processo che questi affrontò in Israele nel 1961 per poi essere giustiziato. Bravi gli attori, un po’ troppo ‘umanizzata’ la figura di Eichmann.
“Sono dappertutto”
“Ils sont partout” è un film disponibile su Netflix, diretto da Yvan Attal, dove risaltano i tipici cliché del moderno antisemitismo, le cui radici risalgono a tempi ben lontani. Diversi modi di vedere il pregiudizio contro gli ebrei, raccontato attraverso la sovrapposizione di diversi personaggi che tra loro si alternano, alcuni lo perpetrano, mentre altri lo subiscono. Ambientato in Francia, paese con la più grande comunità ebraica d’Europa e al tempo stesso con numerosi casi che testimoniano lo stereotipo antiebraico, vede uno dei protagonisti, Yvan, proprio come il nome del regista, il quale racconterà al suo psicanalista – ruolo interpretato dal noto Tobie Nathan che lo è proprio di mestiere – come sente sulla propria pelle questo crescente fenomeno, chiedendo inoltre se quella verso l’ebraismo non sia forse una vera e propria ossessione.