Identità ebraica, Talmud e antisemitismo nei musical: i vincitori dei Tony Awards 2024

Spettacolo

di Pietro Baragiola
La stagione dei Tony Awards 2024, il premio peril mondo del teatro e dei musical, s i è ufficialmente conclusa e anche quest’anno ha visto tra i suoi vincitori una lunga serie di artisti e progetti ebraici.

Uno dei principali protagonisti di questa 77° edizione è stato Merrily We Roll Along, il revival di successo del musical di Stephen Sondheim che segue la storia di tre amici e l’evolversi del loro rapporto nell’arco di vent’anni.

Durante la cerimonia di premiazione, tenutasi domenica 16 giugno nel Lincoln Center di New York, quest’opera drammatica ha portato a casa quattro Tony Awards tra cui “Miglior revival di un musical”, “Miglior interpretazione maschile protagonista in un musical” per Jonathan Groff, “Miglior orchestra” per Jonathan Tunick e “Miglior interpretazione maschile non protagonista in un musical” per Daniel Radcliffe, l’acclamato attore di Harry Potter.

“Ringrazio mio padre per avermi trasmesso la passione per la musica di Sondheim durante i viaggi in macchina insieme e per avermi sempre amato incondizionatamente” ha detto Radcliffe durante la cerimonia di ritiro del suo primo Tony Award, vinto grazie all’interpretazione del paroliere ebreo Charley Kringas.

I Tony Awards 2024 non hanno visto tra i loro debuttanti solamente Daniel Radcliffe ma anche il drammaturgo americano David Adjmi con la commedia Stereophonic, incentrata sulle vicissitudini di una band degli anni ’70 e che ha battuto il record di candidature per una singola opera teatrale: ben 13 nomination di cui 5 vittorie.

Proveniente dalla comunità ebraica siriana di Brooklyn, Adjmi ha raccontato durante il suo discorso di ringraziamento come ci siano voluti 11 anni per portare in scena la sua opera teatrale e di come, nonostante in passato abbia già scritto testi che esprimevano la sua identità di ebreo e di omosessuale, questa volta abbia voluto riappropriarsi della sua identità evitando di portarla in scena. “Bisogna tornare a investire nello studio delle arti in America perché questo ci permettono di esprimere chi siamo in maniera del tutto libera, come vogliamo” ha affermato Adjmi.

Molti altri vincitori hanno colto l’occasione per raccontare la propria visione del mondo attraverso i loro progetti, specialmente per contrastare il forte clima di odio antiebraico degli ultimi mesi, cercando di ispirare le masse a reagire. Tra questi progetti vi sono musical travolgenti come Hell’s Kitchen, revival straordinari come Cabaret at the Kit Kat Club e anche imprevedibili one-man show come l’innovativo Just For Us.

 

L’empatia di “Just for Us”

Durante la serata della cerimonia, il comico e scrittore Alex Edelman ha ricevuto uno Special Tony Award (assegnato ai progetti che non rientrano in nessuna delle categorie in gara) come riconoscimento per il suo spettacolo di cabaret intitolato Just For Us e incentrato sull’antisemitismo e l’identità ebraica.

Nato a Boston da una famiglia ebrea ortodossa, Edelman ha debuttato ufficialmente a Broadway nel 2023 grazie a questo one-man show che racconta la vicenda di un raduno di neonazisti a cui lui stesso aveva partecipato di nascosto a New York anni prima.

“Il mio spettacolo, oltre a parlare di neonazismo, antisemitismo e Natale si confronta con la domanda ‘qual è il nostro posto nel mondo?’ e mi sembra che tutti gli spettacoli di Broadway si pongano questo quesito” ha spiegato Edelman nel suo discorso di ringraziamento. “L’idea alla base di Just For Us, in fondo, è l’empatia. Si tratta di persone sedute in una stanza, in disaccordo tra loro in modi fondamentali e profondi e che, tuttavia, cercano di capire qualcosa di sé stessi e degli altri. Specialmente adesso, visto quello che sta succedendo tra Israele e Palestina, è fondamentale che noi spettatori troviamo il modo di riflettere sul potere della comunicazione, dell’identità e dell’empatia per poterlo mettere in pratica anche con chi ci sentiamo in contrasto.”

 

“Suffs” e il Talmud

Shaina Taub

Il premio per la “Miglior colonna sonora originale” e “Miglior libro di un musical” è stato consegnato alla scrittrice e musicista ebrea Shaina Taub, autrice di Suffs, uno spettacolo sulle donne che hanno combattuto per il suffragio femminile americano.

Nel suo secondo discorso di ringraziamento della serata, Taub ha affermato che il suo obbiettivo è che Broadway diventi accessibile a tutti a prescindere dalla nazionalità e dall’identità religiosa.

L’autrice ha spiegato come la sua stessa identità ebraica è stata fondamentale per esprimere al meglio le emozioni provate dai personaggi del suo spettacolo. “L’epigrafe del mio copione è una citazione del Talmud: ‘non sei obbligato a completare il lavoro ma non sei nemmeno libero di abbandonarlo’” ha detto Taub, che nel musical interpreta anche la suffragetta Alice Paul. “Gran parte del linguaggio dell’attivismo riguarda questa finalità di concludere una lotta ma le battaglie per l’uguaglianza e la giustizia non sono mai finite e nessuna generazione completa davvero il lavoro. Questo non significa che non si debba ancora lavorare, combattere e organizzarsi come se si potesse finire la partita. È una contraddizione che ti rimane in testa come attivista e come persona che lavora per un futuro migliore.”

Taub ha concluso il suo discorso cogliendo l’occasione per approfondire il legame tra la mentalità impavida delle donne di Suffs e ciò che sta succedendo in Israele. “Questo è un anno difficile per il nostro Paese, e spero solo che possiamo ricordare che, esattamente come le protagoniste di Suffs, anche noi quando ci uniamo e ci organizziamo siamo in grado di portare un vero cambiamento, guidando il Paese verso l’uguaglianza e la giustizia. E spero che potremmo farcela, tutti insieme.”