di Nathan Greppi
Il musicista australiano Nick Cave, che si è esibito a Tel Aviv nel novembre 2017 con il suo gruppo dei Bad Seeds, ha recentemente definito “vigliacca e vergognosa” la campagna di boicottaggio culturale nei confronti di Israele messa in atto dal movimento BDS.
Secondo The Jewish Chronicle, tutto è iniziato quando Cave ha pubblicato, sul proprio sito, una risposta alla domanda di un ammiratore, affermando che osteggiare il BDS non implica automaticamente un sostegno al governo di Benjamin Netanyahu. Ha inoltre accusato il BDS di voler “bullizzare, imbarazzare e mettere a tacere i musicisti” per impedire loro di esibirsi in Israele.
Sempre sul suo sito, ha condiviso una lettera che ha inviato al musicista inglese Brian Eno, che al contrario è un fervente sostenitore del boicottaggio: “Io non appoggio l’attuale governo israeliano,” ha scritto Cave, “e tuttavia non accetto che la mia decisione di esibirmi nel paese sia in qualunque modo vista come un tacito sostegno alle sue politiche.” Ha aggiunto che le pressioni ricevute per non esibirsi l’hanno invece motivato ancora di più nell’andare avanti. Cave ha accusato Eno di voler strumentalizzare la musica: “Cosa ci ha portati al punto che certi musicisti ritengano legittimo usare forme di coercizione e intimidazione, nella forma di ‘petizioni’, verso i loro colleghi musicisti che sono in disaccordo con il loro punto di vista?”
Tuttavia, Cave ha voluto sottolineare di non essere contro i palestinesi: ha dichiarato di sentirsi vicino anche alla loro causa, e che le loro sofferenze “possono finire solo grazie a una giusta e ragionevole soluzione, una che prevede una forte volontà politica da entrambe le parti.” Ha aggiunto di aver donato 150.000 sterline alla Hoping Foundation, vicina ai palestinesi.
Cave non è l’unico musicista che, in questi anni, ha tenuto testa al BDS: anche il gruppo dei Radiohead, pur avendo subito molte pressioni, nel luglio dell’anno scorso si è esibito. Altri, invece, hanno annullato i propri concerti, come fece nel dicembre 2017 la neozelandese Lorde.
(Foto: Times of Israel)