di David Zebuloni
Come molti dei settori che trovano nella Startup Nation un terreno fertile sul quale sbocciare e fiorire, anche l’industria cinematografica israeliana sta vivendo un periodo di straordinaria floridità. Non appena uscita la notizia che la quarta acclamata stagione di Fauda esordirà su Netflix il 20 di gennaio (notizia, peraltro, che ha fatto sussultare ed esultare milioni in tutto il mondo), la rete televisiva israeliana Keshet ha annunciato che nel 2023 investirà una cifra senza precedenti di 100 milioni di shekel nella produzione di otto nuove serie drammatiche. Tra le tante produzioni in questione, tuttavia, due sembrano attirare in particolar modo l’attenzione del grande pubblico.
La prima serie vedrà come protagonisti d’eccezione Rotem Sela (una delle attrici più amate e affermate del paese) e Lior Raz (meglio conosciuto come Doron Kabilio nella sopracitata Fauda), e tratterà un tema estremamente delicato: la genitorialità attraverso la maternità surrogata. Una serie che si prospetta essere molto diversa da quelle in cui ci siamo abituati a vedere le due stelle del cinema israeliano. La sempre bella e sorridente Rotem Sela vestirà i panni di una donna tormentata che non riesce a restare incinta, mentre l’inarrestabile e feroce Lior Raz intraprenderà un uomo disperato che desidera solamente diventare padre.
Il secondo intrigante progetto cinematografico, invece, è la miniserie di Yonatan Indorski, già creatore della pluripremiata Shtisel, che racconterà il tour di Leonard Cohen nelle basi dell’esercito israeliano durante la guerra dello Yom Kippur, a seguito del quale scrisse l’indimenticabile Lover, Lover, Lover. La serie è basata sul libro Il canto del fuoco dello scrittore e giornalista Matti Friedman, edito in italiano dalla casa editrice Giuntina. Secondo voci indiscrete, la miniserie in questione sarà destinata non solo alla sua trasmissione nello Stato Ebraico, ma anche al lancio nel mercato internazionale.
“Il tour di concerti di Leonard Cohen nel 1973 è stato uno straordinario momento culturale, che ha ispirato alcune delle sue opere più amate. Siamo entusiasti di proporne per la prima volta la vera storia al pubblico di tutto il mondo”, ha dichiarato Atar Dekel, direttore delle coproduzioni internazionali di Keshet. Secondo alcune fonti, le riprese dovrebbero cominciare all’incirca tra un anno, ma nulla è ancora certo. I fan dovranno dunque aspettare pazientemente il compimento dell’ambiziosa opera, l’ultima scommessa dell’industria cinematografica locale, nella speranza che il Made in Israel continui a non deludere le loro aspettative.