di Nathan Greppi
Dal 2005, anno della sua fondazione, il movimento BDS ha costruito tutta la propria propaganda facendo similitudini tra lo Stato di Israele e l’apartheid in Sudafrica. Ma proprio dal Sudafrica è arrivata la prova che non c’è niente di vero nelle loro accuse; questa prova si chiama Die Antwoord, un noto gruppo rap sudafricano che ha deciso di esibirsi Mercoledì 8 Giugno a Rishon LeZion, in Israele, nonostante le pressioni ricevute.
Il gruppo, formato dai cantanti Ninja (nome d’arte di Watkin Tudor Jones) e Yolandi Visser e da DJ Hi-Tek, si è formato nel 2008 a Città del Capo, e negli anni ha raggiunto una grande notorietà a livello internazionale nel campo della musica rap ed elettronica. I membri si rifanno a una cultura underground sudafricana nota come Zef, e oltre che per la musica sono conosciuti anche per aver recitato nel film di fantascienza Humandroid.
Purtroppo era questione di tempo prima che ricevessero pressioni per non esibirsi in Israele; infatti, a causa della sua propaganda, il BDS ha fatto molti proseliti in Sudafrica, e può contare tra i suoi sostenitori più conosciuti l’arcivescovo Desmond Tutu, che ha vinto il Premio Nobel per la Pace per il suo attivismo contro l’apartheid, e il parlamentare ebreo comunista Ronnie Kasrils. Persone che forse agiscono in buona fede, ma che sono state accecate dalle proprie ideologie e la cui mentalità è rimasta ferma a prima del ’94, anno in cui Mandela è diventato presidente.
Eppure già in passato alcune personalità della cultura sudafricana hanno dato prova di avere un pensiero indipendente: basti pensare a quando, nel 1987, lo scrittore J.M. Coetzee (Nobel per la letteratura nel 2003) accettò il Jerusalem Prize, premio letterario israeliano; o a quando la scrittrice ebrea Nadine Gordimer, pur essendo fortemente critica delle politiche nei territori, accettò di partecipare al Festival Internazionale degli Scrittori a Gerusalemme, come riportato su Haaretz e Times of Israel. Senza contare il fatto che l’ex presidente sudafricano Frederick Willem De Clerk, in un’intervista a Yedioth Ahronoth, si è apertamente opposto a ogni forma di boicottaggio.
Purtroppo tutto ciò non ha impedito al movimento BDS di raccogliere seguaci in Sudafrica. E infatti, secondo quanto riportato sul Jerusalem Post, hanno inviato una lettera al gruppo chiedendogli di “impegnarsi per la giustizia, la libertà e i diritti umani” cancellando il concerto dal loro ultimo tour.
Sfortunatamente per loro i Die Antwoord non hanno risposto alla lettera; in compenso hanno mandato un video alquanto stravagante in cui si rivolgevano ai loro fan israeliani confermando che si sarebbero esibiti. C’è da aggiungere che la lettera è stata inviata a Maggio, due mesi dopo che era stata annunciata la loro tappa, segno che il BDS non è efficiente come vuole far credere.
Dopo il concerto a Rishon LeZion i Die Antwoord faranno anche due concerti in Italia, uno a Firenze Martedi 14 e uno a Genova Mercoledì 15. Inoltre nei prossimi mesi anche tanti musicisti di fama mondiale hanno programmato di esibirsi in Israele, tra cui Alice Cooper, Carlos Santana, Pharrell Williams e la cantante australiana Sia. Così come Eros Ramazzotti, esibitosi a Tel Aviv il 30 Aprile, non ha deluso le nostre aspettative, si spera che non lo faccia nessuno degli altri artisti.