di Carlotta Jarach
Nelly e Lene stanno rientrando in macchina a Berlino. È notte fonda ed è da poco finita la Seconda Guerra Mondiale: i primi frame del film Phoenix, nelle nostre sale dal 19 febbraio con il titolo Il segreto del suo volto, fanno presagire fin da subito il tono noir del film.
Come una fenice, Nelly rinasce dalle sue ceneri, sottoponendosi a una ricostruzione plastica per cancellare dal proprio viso le ustioni e le ferite di Auschwitz. È una rinascita non solo fisica, ma anche e soprattutto spirituale; Nelly è ebrea, ma tutto si aspettava meno che essere arrestata, in quella primavera del ’44, lei che era così integrata nella società tedesca. Il tutto le era sembrato inverosimile. Anche dopo il suo ritorno farà fatica ad accettare i cambiamenti che, per forza di cose, sono ora insiti in lei: si sente completamente diversa, e attribuisce questa sensazione all’intervento chirurgico.
Interpretata da un’ottima Nina Hoss, Nelly cercherà fra le macerie della città il marito Jhonny (Ronald Zehrfeld), nonostante il parere contrario di Lene (Nina Kunzendorf), impiegata dell’Agenzia ebraica e sua amica già da prima della guerra.
Phoenix è il nome del locale in cui Nelly ritroverà suo marito, per cui provava un affetto e un amore così forti da permetterle di sopravvivere al campo. Jhonny non la riconosce e, anzi, le propone un piano tanto folle quanto prevedibile: fingersi se stessa. Con la morte di tutti i suoi parenti infatti, Nelly aveva ereditato una piccola fortuna, soldi su cui il marito voleva mettere mano, ma a cui non poteva attingere senza la prova della morte (o della sopravvivenza) della moglie. E così Nelly –che finge di chiamarsi Ester– accetta, sperando in cuor suo di sfruttare il tempo con il marito per rivivere quella vita ormai lontana in cui era serena e felice, quel passato che non ha il coraggio di dimenticare. Impara la sua stessa grafia, il suo stesso portamento, in un gioco paradossale in cui l’illusione è sempre protagonista, e in cui a poco a poco la prospettiva cambia.
Diretta dal regista Christian Petzold, Il segreto del suo volto è una pellicola che parla di identità, personale e comunitaria, ma soprattutto della perdita di fiducia nella bontà del prossimo; di un continuo duello tra le parti, che è destinato a risolversi senza parole, in un vero dramma proprio solo di chi credeva ancora nell’amore.
Petzold, noto al grande pubblico per “La scelta di Barbara”, torna a parlare di donne forti ma fragili, di donne che, davanti a un bivio, non hanno paura di prendere decisioni importanti: un lutto, quello di Nelly, necessario per riappropriarsi della vita, una catarsi che raggiunge l’apice nelle bellissime note della colonna sonora Speak Low.