“Il tatuatore di Auschwitz”: la nuova serie sull’Olocausto ispirata al bestseller di Heather Morris

Spettacolo

Foto in alto: una scena della serie. Fonte: TellTale TV

di Pietro Baragiola
Sono ufficialmente uscite in rete le prime immagini della serie Sky Original Il tatuatore di Auschwitz, tratta dall’omonimo bestseller scritto dall’autrice neozelandese Heather Morris.

Ispirata a fatti realmente accaduti, la serie racconterà la storia d’amore tra Lali e Gita Sokolov, due dei sopravvissuti del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau dove oltre un milione di ebrei persero la vita.

Tra i protagonisti il candidato all’Oscar Harvey Keitel (Le Iene) e Jonah Hauer-King (La sirenetta) interpreteranno rispettivamente l’anziano e il giovane Lali Sokolov mentre Anna Próchniak (Warsaw 44) vestirà il ruolo di Gita Furman e Jonas Nay (Deutschland 83) sarà l’ufficiale nazista Stefan Baretzki.

La parte di Heather Morris è stata assegnata a Melanie Lynksey, vincitrice del Critics’ Choice Award 2022 come “Miglior attrice in una serie drammatica”. “Essendo anch’io un’autrice neozelandese, ho potuto calarmi ulteriormente nel personaggio, sentendo dal vivo il bisogno di Heather di diffondere il più possibile questo racconto che, allo stesso tempo, spezza e scalda il cuore” ha spiegato Lynksey.

“L’amore di Lali e Gita è un atto di sfida contro la fabbrica di morte e disumanizzazione di Auschwitz” ha affermato la pluripremiata Tali Shalom-Ezer, regista della serie. “I due protagonisti scelgono di rimanere umani nonostante le avversità ed io mi sento davvero ispirata ed onorata nel poter dare vita a questa storia insieme ad una talentuosa squadra di professionisti”.

Il tatuatore di Auschwitz sarà disponibile in Italia in esclusiva su Sky Atlantic e sulla piattaforma streaming NOW a partire dal 2 maggio 2024.

Trama

È il 1942 quando il 26enne Lali Sokolov (Hauer-King) viene deportato nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Poco dopo il suo arrivo il giovane viene nominato Tätowierer (tatuatore) e incaricato di marchiare i polsi dei compagni di prigionia con numeri di identificazione.

Un giorno Lali tatua il polso della dolce Gita (Próchniak) e tra i due scatta un inaspettato amore a prima vista che li spingerà a lottare coraggiosamente per la sopravvivenza l’uno dell’altra, cercando allo stesso tempo di non farsi scoprire dallo spietato Baretzki (Nay), ufficiale delle SS.

Circa 60 anni dopo, in Australia, Lali (Keitel), rimasto vedovo da poco, incontra la scrittrice alle prime armi Heather Morris (Lynksey) e trova il coraggio di raccontarle tutta la sua vita, affrontando così i fantasmi dell’Olocausto e rivivendo i ricordi del suo amore con Gita, nato in uno dei luoghi più terribili della storia.

 Il romanzo e le critiche a Morris

Pubblicato nel 2017, Il tatuatore di Auschwitz è stato ispirato da una serie di interviste che l’autrice fece in prima persona a Lali Sokolov poco prima della morte di lui nel 2006, all’età di 90 anni.

Fu un successo a livello internazionale vendendo oltre 12 milioni di copie in tutto il mondo, ma attirò anche diverse critiche per la sua rappresentazione di Auschwitz, da molti considerata “poco autentica”.

Un rapporto scritto da Wanda Witek-Malicka, responsabile del Centro di Ricerca del Memoriale di Auschwitz, ha evidenziato diverse inesattezze storiche, in particolare sul percorso del treno che deportò Sokolov e sul fatto che il numero tatuato sul polso di Gita non corrispondesse effettivamente con la data in cui lei arrivò nel campo. Hanno sollevato parecchi dubbi anche altre scene del racconto: il passaggio in cui Lali porta all’amata una dose di penicillina (non facilmente trovabile all’epoca); la presunta relazione tra un comandante delle SS e un prigioniero ebreo; l’utilizzo di un autobus come camera a gas.

In un’intervista rilasciata al quotidiano britannico The Guardian, Heather Morris (nella foto) ha risposto a tutte queste critiche affermando che il suo romanzo non è e non ha mai preteso di essere un trattato storico esaustivo bensì un racconto dell’esperienza personale di Lali basato sui ricordi e sull’amore che l’uomo nutriva per la moglie Gita, venuta a mancare nel 2003. “Se questo racconto ispirerà altre persone a confrontarsi in maniera più approfondita con i terribili eventi dell’Olocausto allora avrà ottenuto tutto ciò che Lali stesso desiderava” ha spiegato Morris.

Anche Gary Sokolov, figlio di Lali e Gita, ha lodato il libro per aver ridato vita alla coraggiosa storia d’amore dei suoi genitori e per averla diffusa in tutto il mondo. “Il fatto che mio padre, a distanza di tanti decenni, possa avere un impatto così positivo sull’umanità è semplicemente fenomenale.”

Il progetto della serie

Nel 2018 Claire Mundell, direttore creativo della casa di produzione Synchronicity Films, si è assicurata ufficialmente i diritti per l’adattamento televisivo del romanzo di Morris. Nel 2023 è stato annunciato che la serie sarà composta da sei episodi, la cui colonna verrà firmata da Hans Zimmer (Il Gladiatore), e verrà distribuita in tutto il mondo dai colossi televisivi Sky e Peacock.

Nella foto: il cast della serie 

Per non attirare su di sé le stesse critiche rivolte al libro, i produttori hanno lavorato assiduamente in modo da ricreare il più accuratamente possibile la vita all’interno del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, arrivando persino a visitare il memoriale insieme a tutta la troupe.

“Harvey Keitel e Jonah Hauer-King sono attori di grande talento. Abbiamo ritenuto di vitale importanza che i ruoli del giovane e dell’anziano Lali fossero interpretati da ebrei per conferire a questo personaggio le sfumature, l’empatia con la vicenda e la complessità di cui avevamo bisogno” ha spiegato Shalom-Ezer.

Lo stesso Hauer-King ha considerato un enorme privilegio partecipare a questo progetto: “ho il massimo rispetto e ammirazione per Lali e per la sua capacità di trovare l’umanità e la gentilezza nei luoghi più disumani. Il copione e il romanzo descrivono in modo vivido e straziante questo periodo terribile della nostra storia e sono orgoglioso di onorare lo straordinario coraggio di tutti gli ebrei che non sono più tra noi a causa della Seconda Guerra Mondiale”.