Il volto in chiaroscuro di un Israele intimista: dal 7 all’11 maggio la rassegna Nuovo Cinema Israeliano all’Oberdan

Spettacolo

 

Film, documentari, dibattiti… Ma anche un laboratorio per studenti di cinematografia.
La Rassegna del Cinema israeliano, dal 7 all’11 maggio, proposta dal CDEC si arricchisce ogni anno di nuovi contenuti, poesia e temi di riflessione

 

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Chi sono le soldatesse di Zero Motivation (Efes beyahasei enosh), la brillante commedia di Talya Lavie che ha trascinato nelle sale cinematografiche mezza Israele? Sono giovani donne soldato che lavorano in una sperduta base militare nel deserto, dove passano il tempo a servire caffè ai superiori (uomini), a distruggere documenti e a ironizzare con intelligenza sulla routine un po’ umiliante che stanno vivendo nell’esercito israeliano. In concorso al Tribeca Film Festival, Zero Motivation ha vinto il premio come miglior film nella sezione competitiva principale oltre al Nora Ephron Prize dedicato alla migliore regista donna, ed è riuscito ad ottenere 12 nominations agli Ophir Awards (gli Oscar Israeliani). Non solo, nell’estate di guerra del 2014, il film ha fatto dimenticare, per un paio d’ore, agli israeliani, i missili e gli attacchi di Hamas. Omnia vincit… cinema!

Zero Motivation aprirà la rassegna Nuovo Cinema Israeliano organizzata dalla Fondazione CDEC. Un percorso sempre nuovo alla scoperta dei film che affrontano temi di attualità e dei consueti problemi a cui Israele deve quotidianamente fare fronte.
La rassegna si svolgerà dal 7 all’11 maggio, a cura di Nanette Hayon e Paola Mortara del CDEC, in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana e il Centro Culturale Pitigliani di Roma. La direzione artistica è affidata a Dan Muggia e ad Ariela Piattelli.

Si tratta di un appuntamento che si caratterizza per il suo taglio culturale, oltre che cinematografico. Durante i giorni di programmazione sono previsti infatti incontri e presentazioni di libri, occasioni di dibattito e di confronto sugli spunti tematici offerti dai film.
La rassegna presenta lungometraggi, documentari e in più una sezione dedicata a percorsi ebraici familiari italiani. «Cerchiamo anche il coinvolgimento di giovani registi per dare loro occasione di esprimersi e far conoscere i loro lavori», dicono le curatrici della rassegna, Mortara e Hayon.

Tra i lungometraggi, un film dal sicuro impatto emotivo: The Kindergarten Teacher di Nadav Lapid. La storia narra il delicato rapporto fra una maestra d’asilo e un suo allievo “poeta”. Essendo amante di poesia e un po’ poetessa lei stessa, si sente obbligata a salvare dalla banalità questa creatura dall’animo sensibile che rischia di perdersi in un mondo in cui le persone come lui finiscono sempre sconfitte. La “missione” trasforma la maestra in una persona che tenta di salvare a tutti i costi il mondo con la poesia, e scuote un bambino pensieroso, che non ha mai chiesto di essere salvato.

Tra malinconia e umorismo un po’ noir, il film The Farwell Party di Sharon Maymon e Tal Granit ci porta in una casa di riposo di Gerusalemme. Affronta con levità e, a volte, anche con humour, il difficile tema dell’eutanasia. Il 75enne Yehezkel decide di aiutare il suo migliore amico malato terminale a morire in pace. Malgrado sua moglie Levana sia contraria, sviluppa il progetto di un macchinario per l’eutanasia, e lo fa con l’aiuto della moglie dell’amico, di un esperto veterinario e di un ex poliziotto che dà il via alla missione segreta. Il piano viene realizzato con successo, la voce si sparge e cominciano ad arrivare altre richieste di simili missioni…

Un altro film che affronta un tema assai delicato è Vice Versa di Amichai Greeberg. Racconta la storia di un rapporto innocente tra un giovane studente ortodosso di yeshivà e una giovane affetta da tumore. Il rapporto tra i due diventa sempre più intimo e appassionato sino a trascendere le regole della religione e della società.
Verrà inoltre proiettato Kicking Out Shoshana, di Shay Kanot, commedia brillante, campione d’incassi in Israele, che affronta con ironia il pregiudizio omofobo così diffuso nel mondo del calcio.

Mountain di Yael Kaiyan, nel raccontare la storia di una famiglia che abita nel cimitero ebraico del Monte degli Ulivi, presenta il turbamento fisico e spirituale di una donna in un luogo incredibilmente carico di significato.

Vedremo anche due documentari di particolare interesse sulla ripresa della vita nel dopoguerra: Rinascere in Puglia di Yael Katzir, storia dei trecento bambini nati nel Salento nell’immediato dopo guerra, frutto di amori tra profughi in attesa di emigrare e Farewell Herr Schwarz di Yaelle Reuveny, in cui due famiglie, una in Germania una in Israele, si specchiano e si confrontano, pur avendo sempre ignorato l’esistenza dell’altra. Il film costruisce e demolisce il mito della famiglia e propone una nuova visione dei racconti famigliari.

Un terzo documentario, Hotline di Silvina Landsmann, affronta il grave problema dell’immigrazione. Il centro non governativo di volontari “Linea diretta per rifugiati e immigrati” dedica la sua attività a difendere i diritti di chi trova rifugio in Israele e di chi decide di andare a viverci per trovare lavoro clandestino. Il centro offre servizi legali a immigrati clandestini, garantisce visite nei centri di detenzione e promuove attività politica. Problemi non nuovi con cui Israele deve quotidianamente fare i conti fin dai tempi della sua nascita (e in Europa non siamo da meno…).
A corollario del programma, come di consueto, non mancheranno incontri con autori e dibattiti sui tanti temi di attualità proposti dai film della rassegna. Quest’anno, per la prima volta, è previsto un laboratorio con gli studenti delle tante Scuole di Cinematografia della Città Metropolitana, Milano e dintorni. In questa occasione gli studenti avranno la opportunità di incontrare docenti israeliani di fama internazionale che illustreranno loro la storia, nonché la fecondità e l’inventiva della cinematografia israeliana, ritenuta d’avanguardia nel panorama mondiale. Poiché gli introiti della vendita dei biglietti sono destinati alla Cineteca Italiana per la loro ospitalità, gli sponsor – che ci auguriamo diventino più numerosi – ci permettono di realizzare questa rassegna per offrirvi sempre il meglio della filmografia israeliana.
Ringraziamo, quindi, da queste pagine, i nostri generosi sponsor che ci hanno sempre sostenuto: Carbotermo, Centro del Funerale, e il nostro main sponsor AcomeA.

PROGRAMMA NUOVO CINEMA ISRAELIANO 7-11 maggio 2016

SABATO 7

Serata Inaugurale.

h 21.30 Zero Motivation di Talya Lavie, 120’

DOMENICA 8

h 10.30 “Cosa c’è di nuovo nella cinematografia israeliana?” Ne parliamo con Dan Muggia.

A seguire Zero Motivation di Talya Lavie, 120’

h 15.00 Hotline di Silvina Landsmann, 99’

A seguire dibattito: “Italia-Israele. Le politiche dell’accoglienza”. Incontro con Claudia De Benedetti ed Emanuele Fiano

h 17.30 Mountain di Yaelle Kayam, 85’

h 19.15 Vice Versa di Amichai Greenberg, 61’

h 21.00 The Farewell Party di Sharon di Maymon e Tal Granit, 90’

LUNEDI’ 9

h 10.00 Laboratori con le Scuole di Cinematografia

h 17.00 Il Ghetto di Venezia, 500 Anni di Vita di Emanuela Giordano, 54’. Ingresso libero

A seguire incontro: “Mondo ebraico e mondo dello spettacolo a Milano”. Ne parlano Andrée Ruth Shammah, Mara Cantoni e Rony Hamaui, autore di “Ebrei a Milano. Due secoli di storia tra integrazione e discriminazioni”, (2016)

h 19.30 Rinascere in Puglia di Yael Katzir, 55’

h 21.00 The Kindergarten Teacher di Nadav Lapid, 120’

MARTEDI 10

h 16.00 Vice Versa di Amichai Greenberg, 61’

h 17.30 The Farewell Party di Sharon di Maymon e Tal Granit, 90’

h 19.15 serata riservata allo sponsor AcomeA

MERCOLEDI 11

h 16.30 Farewell Herr Schwarz di Yaelle Reuveny, 96’

h 18.30 Incontri con giovani registi: oggi parliamo con Raphael Vogel.

A seguire proiezione di due suoi film-intervista a sorpresa.

h 21.00 Kicking out Shoshana di Shay Kanot, 100’

 

A cura di Nanette Hayon e Paola Mortara