di Paolo Castellano
Negli ultimi anni il panorama cinematografico israeliano sta riscoprendo l’horror, un inconsueto genere che non è mai forse appartenuto totalmente alla cultura di Israele.
Se analizziamo la trama dell’ultimo film dell’orrore, che ha fatto ottimi incassi nelle sale cinematografiche israeliane, si possono notare alcuni elementi legati alla realtà quotidiana.
In una base militare a nord di Israele, un ossuto nerd con gli occhiali sta facendo una perlustrazione nel bel mezzo della notte. All’improvviso è vittima di un agguato da parte di un gruppo di militanti con la kefiah, ed egli è costretto a difendersi e a combattere per salvarsi la vita, usando ogni oggetto a disposizione come una pistola, un coltello fino ad una lampada da scrivania, finché egli viene lasciato in una pozza di sangue a testa in giù.
Questo non è uno dei più recenti attacchi di terrore avvenuti in Israele. Questa è una scena dal film horror intitolato Freak Out a cui ha partecipato Itay Zvolon – molto famoso in Israele per un video virale comico auto-prodotto – nei panni di un soldato imbranato che si trova a combattere la sanguinosa caricatura del peggior incubo degli israeliani: gli anonimi terroristi in cerca di vittime.
La commedia horror è l’ultimo genere che ha influenzato l’odierna industria cinematografica di Israele, molti dei film che seguono questo filone sono contraddistinti soprattutto da una distorsione locale dei fatti di cronaca. Dal 2010 i filmmakers israeliani hanno prodotto nove pellicole del terrore che oscillano dai film di zombie ai thriller psicologici tipicamente caratterizzati da esagerati incassi e basati sulla reale violenza verificatasi in Israele.
«Mettiamo in scena i timori della cultura israeliana e della sua società,» ha dichiarato Boaz Armoni, il regista di Freak Out, titolo uscito nelle sale ad ottobre. «Come il timore nei confronti degli Arabi, per esempio. Non abbiamo incentrato il film sul forte, eroico esercito. Si vuole raccontare solo della vicenda di un piccolo, codardo soldato in un posto pericoloso».
«C’è qualcosa di molto violento di giorno in giorno nelle nostre strade», ha detto Armoni. «Ma nell’industria dell’intrattenimento la violenza è liberatoria. Non è reale. Può allontanarci dalle tensioni». Un’altra ragione che spieghi il successo di questi film di genere in Israele? Sono tipicamente fatti con budget contenutissimi, circa 250mila dollari, grazie soprattutto all’impiego di attori sconosciuti e alle semplici ambientazioni. Freak out è invece costato meno di 150mila dollari.
Inoltre come hanno spiegato i fratelli Paz, un’altra coppia di celebri registi israeliani dell’horror, i film di genere sono sempre stati snobbati dagli intellettuali del mondo del cinema: «Il nostro primo film era un pesante film artistico, ha ottenuto solo recensioni positive e partecipato ai più grandi festival – ma nessuno è venuto a vederlo al cinema» ha detto Doron Paz, che con suo fratello Yoav ha co-diretto nel 2010 Phobidilia, un film riguardante un giovane ragazzo solitario affetto da una dipendenza tecnologica e che viene costretto a lasciare il suo appartamento contro la sua volontà.
Doron e Yoav Paz hanno diretto nel 2015 il film di zombie JeruZalem. Il film tratta di tre turisti americani in visita a Gerusalemme che si trovano a dover fuggire da una turba di zombie risorti nella Città Vecchia.
«Ora ciò che stiamo incominciando a capire è che abbiamo bisogno di pensare al commerciale» ha detto Doron Paz. «Noi non stiamo facendo film per i critici. Stiamo facendo film per gli spettatori».
Ma altri registi israeliani dell’horror stanno per sbarcare ad Hollywood. Il rinomato regista Quentin Tarantino ha detto che Big Bad Wolves di Aharon Keshales e Navot Papushado è stato il suo film preferito del 2013. A marzo, è infatti trapelata la notizia secondo cui la MGM e la Paramount avrebbero chiesto ai due registi di dirigere il remake di Death Wish, un film del 1974 riguardo ad un vigilante-killer interpretato da Bruce Willis.